Felsa Cisl, Nidil Cgil e Uiltemp proclamano sei giorni di sciopero nazionale delle rilevatrici e dei rilevatori precari Istat: dal 20 al 22 maggio e, successivamente, dal 27 al 29 maggio, con la sospensione di tutte le attività connesse alle due commesse “Spese delle Famiglie” e “Forze di lavoro”.

La mobilitazione fa seguito allo sciopero proclamato lo scorso 15 maggio in concomitanza con la presentazione del “Rapporto Annuale Istat 2024. La situazione del Paese” redatto con i dati raccolti dal personale esternalizzato e precario e si inserisce nel quadro delle iniziative promosse dai Sindacati per chiedere l’apertura immediata di un tavolo di confronto con la società CSA che è subentrata a Ipsos in un cambio appalto al ribasso.

Al centro delle rivendicazioni: la salvaguardia della continuità lavorativa di circa 400 collaboratori e collaboratrici storici e la tutela dei salari, già aggrediti con una riduzione delle occasioni di lavoro e dei rimborsi spese per gli spostamenti funzionali e necessari allo svolgimento delle interviste Capi.

“La protesta prosegue di concerto con l’assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori – spiegano i sindacati – preso atto della condotta antisindacale della società Csa che persevera nella sua indisponibilità al dialogo e preso atto dell’immobilismo dell’Istat che persiste nel suo atteggiamento di inerzia rispetto all’impegno assunto e, ad oggi, eluso, di convocare le parti sociali.”

“Auspichiamo da parte di Istat e di Csa un atto di responsabilità e ci riserviamo di mettere in campo ulteriori azioni finalizzate alla salvaguardia della continuità lavorativa e delle condizioni di lavoro di collaboratrici e collaboratori precari, impiegati da anni nelle attività ordinarie dell’Istituto di Statistica” concludono.