“È uno degli accordi migliori che potevamo fare, nel contesto di crisi che l’azienda sta affrontando”. Questo il commento del segretario generale Fiom Cgil Belluno Stefano Bona all’accordo siglato il 27 marzo scorso per gli stabilimenti di Quero (Belluno) e Villasanta (Monza Brianza) della Edim, società della multinazionale tedesca Bosch.

L’azienda, attiva nella pressofusione e nelle lavorazioni meccaniche per la grande industria (soprattutto automotive), aveva annunciato il 14 novembre 2024 il licenziamento di 160 lavoratori. In dicembre gli esuberi erano stati ritirati (in virtù dell’adozione di ammortizzatori sociali per un anno), infine in febbraio nuovamente riproposti nell’ordine di 100 uscite (su complessivi 292 dipendenti: 221 a Villasanta e 71 a Quero).

Da qui, l’accordo di fine marzo. “Abbiamo evitato il licenziamento collettivo, in favore di esodi volontari incentivati”, prosegue Bona: “Gli incentivi saranno concessi in progressione, permettendo ai più giovani che decidono di uscire di avere qualche risorsa economica per poter affrontare la transizione verso una nuova occupazione, e agli over 50 di avere un piccolo tesoretto”.

La situazione dell’azienda

“La Edim – si legge nell’accordo – sta affrontando una crisi di carattere occupazionale direttamente collegata alla crisi del mercato automotive, principale sbocco della produzione aziendale (85 per cento della produzione), che ha ulteriormente acuito, sino a renderla oggi non ulteriormente sostenibile, una gravosa sofferenza economica e finanziaria in cui la società versa ormai dal 2017”.

Una crisi di mercato che negli ultimi anni si è aggravata anche a causa sia della “concorrenza sempre più agguerrita (principalmente a opera dei competitor asiatici) sotto il profilo dei prezzi di vendita, con conseguente contrazione degli stessi”, sia del “continuo aumento dei costi generali di struttura, energia e del costo del lavoro”.

L’accordo

Il “piano di risanamento aziendale” prevede, anzitutto, un anno di cassa integrazione straordinaria per l’intero personale, specificamente dal 3 febbraio scorso al 2 febbraio 2026. L’accordo stabilisce anche la “ricollocazione interna, ove possibile, avendo a riferimento il profilo professionale dei lavoratori” e un programma di outplacement effettuato da una società specializzata.

Nel corso dei 12 mesi di ammortizzatori sociali, sarà in vigore una procedura di licenziamento collettivo di 100 lavoratori (di cui 70 a Villasanta e 30 a Quero) con il criterio della “non impugnazione del licenziamento”. Le uscite saranno dunque volontarie e incentivate con un numero di mensilità che va da tre a 25 (quindi fino a circa 70 mila euro lordi), calcolato secondo sia l’età anagrafica sia l’anzianità di servizio.