“Non c'è niente da fare, sI continua ancora, da parte di alcune forze politiche, a proporre provvedimenti contro i dipendenti pubblici”. Ad affermarlo in una nota è Silvia Pansolini, della Fp Cgil dell’Umbria. “Ultimo esempio – prosegue Pansolini – è l'idea di utilizzare le impronte digitali per gli ingressi e le uscite dei dipendenti di giunta e consiglio regionale. L’ennesima risposta populista a un fenomeno, quello dell’assenteismo, che va certamente contrastato, punendo chi non fa il proprio dovere nei confronti della comunità, ma mai generalizzando e prendendosela con chi lavora seriamente tutti i giorni”.  

Secondo la sindacalista, “anziché criminalizzare l’intera categoria dei lavoratori, sarebbe giusto punire i dirigenti che non controllano e non fanno le opportune e corrette verifiche. Come Fp Cgil – prosegue Pansolini – ritengo che dovremmo puntare più a una contrattazione decentrata che dia valore ai dipendenti pubblici, con un maggiore peso nel coinvolgimento e nella partecipazione dei sindacati nei tavoli di trattative, parlando anche di organizzazione del lavoro e sicurezza negli uffici pubblici, a fronte anche della grande fuoriuscita di personale per effetto dei pensionamenti e di quota 100, che nei prossimi due anni rischia di determinare una perdita di qualità e quantità di servizi pubblici”. 

La Fp Cgil Umbria sottolinea in particolare proprio il tema della sicurezza nei posti di lavoro: “Oggi come non mai – spiega ancora Pansolini – registriamo un vero pericolo per l'incolumità degli operatori pubblici a fronte del notevole flusso di cittadini interessati al reddito di cittadinanza. Ecco, noi riteniamo che sul tema del fabbisogni del personale negli uffici pubblici, sul tema della sicurezza del lavoro e sul tema della contrattazione decentrata la politica dovrebbe porre attenzione massima, fare proposte e dare input importanti sulle possibili soluzioni. A quanto pare, ciò risulta un compito ancora arduo”, conclude la segretaria Fp.