È partita la trattativa per il rinnovo del contratto collettivo nazionale grafico-editoriale che riguarda i lavoratori e le aziende editoriali, grafiche e della comunicazione. Come evidenziato nella piattaforma sindacale e nell’apertura ufficiale del confronto presso il Cnel, “è necessario dare riconoscimento e cittadinanza al vastissimo mondo di nuove figure professionali della filiera le cui competenze sono oggi irrinunciabili per le attività di comunicazione digitale.” A illustrare la piattaforma e le richieste del sindacato è Giulia Guida, segretaria nazionale della Slc Cgil

Perché è così importante questa tornata di rinnovo?
È importante innanzitutto perché, oltre ad affrontare la questione del recupero salariale al centro di tutti i rinnovi, con questo contratto vogliamo affrontare il cambiamento e quindi la transizione digitale che sta avvenendo nel settore. Sia i sindacati sia i datori di lavoro si confrontano con le nuove figure professionali che la transizione porta con sé. Nuove figure che riteniamo indispensabile vengano inserite all’interno del contesto contrattuale.

Tutto ciò porta inevitabilmente a mutamenti nell'organizzazione del lavoro...
Certe nuove figure e nuove mansioni portano -devono portare – ad una nuova organizzazione del lavoro. Sempre di più le innovazioni tecnologiche, digitali, stanno modificando completamente il modo con cui si opera all'interno del settore. Ci si confronta con nuove esigenze, non solo lavorative, e servono nuove figure. E occorre investire su di loro.  Ricordo, che è da tempo che sosteniamo che i nostri contratti collettivi sono ormai in parte obsoleti, sono molto più lenti a interagire con le novità e a Intercettare i cambiamenti. Quella che si è appena dovrà essere la stagione del cambiamento.

Facciamo un passo indietro:  chi sono grafici editoriali?
I grafici editoriali operano nel sistema della produzione dei contenuti informativi ed editoriali, si occupano della produzione di un libro, di un giornale, di una rivista, di un periodico. Si occupano della grafica, della parte “colorata” non solo dei prodotti cartacei ma anche di quelli digitali e quindi, rispetto al passato, la professione è cambiata. Nel mondo digitale, ad esempio, all’immagine viene associato il suono, la narrazione di quel contenuto e ovviamente il prodotto finale è molto diverso dal passato ed è frutto del “confezionamento” attraverso forme e strumenti diversi del contenuto. Scegliere quali immagini utilizzare, quali colori, quali forme presuppone competenze precise, una professionalità e una specializzazione specifiche. È la proiezione di quell’azienda, di quel prodotto all’esterno che viene identificata proprio per quelle scelte..

Dal punto di vista contrattuale questi lavoratori e lavoratrici esistono come tali? Professionalità, mansioni, diritti e tutele...
È proprio questa la scommessa del rinnovo che stiamo contrattando. Scrivere e definire nero su bianco nel contratto i confini e le specificità di una professione che è molto cambiata nel tempo. Spesso al grafico dell’azienda vengono richieste anche competenze comunicative, o una disponibilità oraria fuori dal consueto. E questo vale tanto più per un’altra figura che stiamo chiedendo venga inserita nel contratto che è quella del social media manager.

Una figura ormai fondamentale...
Sì. Dall’avvento di internet e poi dei social qualunque azienda, anche le più piccole o i negozi di vicinato ad esempio, cercano visibilità e la trovano in rete. Figure professionali in grado di gestire tutto questo al momento non hanno nessun riconoscimento formale e però spesso, proprio per essere in linea con i social, ad esempio hanno un’attività non dico H24 ma quasi. E le loro tutele? E il diritto alla disconnessione? Ecco, queste sono sfide che, come organizzazione sindacale, abbiamo di fronte. Insomma dobbiamo certo rappresentare chi disegna le etichette da apporre sulle confezioni di una determinata azienda, ma anche chi proietta in rete utilizzando le tecnologie digitali l’immagine aziendale.

Alla base del documento congressuale della Slc Cgil c'era una riflessione anche sulla riduzione dell'orario di lavoro. Come si inserisce in questa trattativa?
Per noi il futuro non è domani ma oggi. Per questa ragione, nella piattaforma abbiamo inserito sia l’inclusività delle nuove figure professionali così come ho provato a descriverle, sia una capacità di ripensare al modello della distribuzione dell'orario di lavoro. Certo non dappertutto sarà possibile cambiare organizzazione e ridurre l’orario, non nella parte industriale – lì sarà complicatissimo –, ma nell'ambito dei servizi sarà più facile. Già oggi vi sono settori dove vige un’organizzazione ibrida, parte in presenza e parte da remoto, per cui effettivamente ci si è resi conto che l'orario di lavoro, per effetto di una diversa distribuzione delle prestazioni, se pure in via sperimentale, può essere ridotto ovviamente a parità salario. Lo ripeto, sarà a carattere sperimentale, ma stiamo iniziando a provare a ragionare con le stesse associazioni, con le aziende che sono presenti a quel tavolo di trattativa per il rinnovo del contratto, su come avviare questa riduzione. Questo è possibile perché ci si sta rendendo conto che ormai siamo di fronte ad una nuova scommessa: l'innovazione del modello di organizzazione e la produttività del lavoro sono già strettamente connessi. Non è più possibile pensare a un modello bloccato e non è questione di flessibilità ma – appunto – di cambio di modello.

E infine veniamo alla partita economica. C'è una questione rilevantissima: il settore dell'editoria è influenzato enormemente dall'aumento dei prezzi dell'energia.  Come riuscite a garantire almeno il recupero del potere d'acquisto?
Questa sarà una bella partita e riguarda tutti i rinnovi, non solo il nostro. Il modello attualmente in vigore, quello che applica l’Ipca, tiene fuori proprio i beni energetici e ovviamente non è più adeguato. Occorre individuare e concordare su strumenti in grado di garantire il pieno recupero dell’inflazione. Sicuramente per noi questa è questione non solo che merita attenzione, ma che è ineludibile e su questo eserciteremo tutta la nostra responsabilità. Pensiamo e speriamo ci sia una disponibilità anche da parte datoriale, tenendo conto che comunque nell’ultimo anno e mezzo investimenti a favore di lavoratori e lavoratrici ci sono stati utilizzando i premi di produttività e gli strumenti legali alla defiscalizzazione introdotti dai vari governi. Operazioni positive, ma ora però occorre mettere in campo strumenti strutturali. Noi faremo tutto lo sforzo possibile per dare risposte reali ai lavoratori e alle lavoratrici.

Qual è la tabella di marcia?
Speriamo rapida. A fine maggio  abbiamo  un nuovo incontro ma abbiamo già calendarizzato appuntamenti ravvicinati fino a fine luglio. Tempi rapidi ma giusti per una discussione adeguata sia per quanto riguarda la parte salariale che per quella dell’organizzazione del lavoro e per l’inclusione di nuove figure professionali.