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“Gli insegnanti sono essenziali per la democrazia e lo sviluppo del nostro Paese”. Parole chiare quelle di Gianna Fracassi, segretaria generale della Flc Cgil, in occasione della Giornata mondiale degli insegnanti. Un riconoscimento che arriva in un momento difficile per la scuola pubblica, dove chi ogni giorno forma le nuove generazioni si trova spesso a dover affrontare stipendi bassi, precarietà e riforme calate dall’alto.
“È dal loro lavoro – sottolinea Fracassi – che si realizzano, attraverso l’educazione e la discussione democratica, lo sviluppo e la crescita personale che consentono a ragazzi e ragazze di partecipare attivamente alla vita democratica e di superare gli ostacoli economici e sociali”. Un ruolo fondamentale, tanto più oggi, in una fase storica segnata da cambiamenti epocali che attraversano la società e i processi produttivi.
Eppure, aggiunge la dirigente sindacale, “sui docenti si abbattono riforme come la riduzione a quattro anni della filiera tecnologica e professionale, le nuove indicazioni nazionali o la valutazione, che ci riportano al peggiore passato”. Segnali di un governo che, secondo Fracassi, “mostra un atteggiamento ostile verso la classe docente italiana”.
La fotografia è impietosa: risorse insufficienti per il rinnovo del contratto, salari tra i più bassi d’Europa, un insegnante su quattro precario. “Migliori condizioni economiche e la stabilizzazione dei precari sono il minimo sindacale – afferma Fracassi – a cui va aggiunta l’eliminazione delle molestie burocratiche asfissianti a cui i docenti sono sottoposti”.
Dietro la denuncia, c’è una visione: restituire alla scuola pubblica la sua funzione costituzionale di spazio libero, democratico e inclusivo. Perché, conclude Fracassi, “solo riconoscendo la dignità e il valore del lavoro degli insegnanti si può costruire un futuro di libertà e giustizia sociale per tutti”.