“Una cosa è certa: al di là del caso specifico e delle responsabilità individuali che verranno accertate non si scarichi sugli ultimi anelli della catena, dipendenti interni o delle ditte di appalto, quello che non ha funzionato e più in generale l’esigenza ormai evidente di rimettere mano al mondo delle manutenzioni ferroviarie cioè a procedure, tecnologie, organizzazione del lavoro che per carichi di lavoro, mancanza di qualificazione delle imprese e dei lavoratori, modelli operativi rischiano di far ripetere stragi come quella di Brandizzo. Questo abbiamo posto oggi, all’incontro con Rfi e questi sono i temi che come Filt e Fillea Cgil ci aspettiamo interventi incisivi da parte dell’azienda”. Così dichiarano in una nota congiunta i segretari generali di Filt Cgil (trasporti) e Fillea Cgil (edili), Stefano Malorgio e Alessandro Genovesi, che ricordano che anche lunedì prossimo in Piemonte, con manifestazione a Vercelli, vi sarà lo sciopero generale regionale degli edili e dei lavoratori dei trasporti con esclusione di quelli sottoposti alla 146.

“La verità è che quei lavoratori edili erano lì a lavorare senza sicurezza. Qualcuno li ha mandati senza verificare che ci fossero le condizioni e qualcuno quelle condizioni non le ha controllate e non li ha fermati. Procedure, tecnologie, controlli e coordinamento dell’organizzazione, con tempi congrui e senza le tante pressioni che spesso registriamo, devono garantire sempre che binari e zona di cantiere siano in sicurezza. Anche con un automatismo tecnologico che, indipendentemente dall’intervento umano, garantisca l’allineamento tra la circolazione dei mezzi e l’attivazione di manutenzione”.

 “Da anni del resto denunciamo l’esigenza di ripensare come si vanno facendo le manutenzioni ferroviarie e non solo in questo paese: aumentano i volumi di intervento ma si vanno sempre di più riducendo i tempi di interruzione, costringendo sempre di più i lavoratori a operare in maniera frenetica, in ambienti altamente a rischio, anche perché sempre più materiale rotabile, notte compresa, deve girare in contemporanea e/o nei binari attigui. Così come è sempre più necessario integrare e migliorare ulteriormente le procedure con interventi tecnologici più avanzati tali per cui, in casi di criticità, si mettano in sicurezza i lavoratori.

“Occorre inoltre – continuano Malorgio e Genovesi – riprendere di fatto il controllo su orari, carichi di lavoro, livelli di professionalità, qualità delle imprese che lavorano per Rfi lungo la catena degli appalti. Non è possibile, seguitando con la logica degli accordi quadro, dei tempi ristretti, dei lavori a misura, del risparmio sul costo del lavoro, non avere contezza di chi opera, e come, per garantire la manutenzione delle infrastrutture ferroviarie”

Come Filt Cgil e Fillea Cgil "questo è quello che abbiamo posto all’incontro di oggi con i vertici di Rfi, perché dopo questa tragedia si facciano sin dai prossimi giorni e veramente tutti quegli interventi su tempi e modalità di interruzioni, investimenti ulteriori, scelte necessarie che ripensino l’intera organizzazione e filiera delle manutenzioni affinché non si ripetano simili stragi". 

Al riguardo la Filt Cgil chiede la convocazione del Tavolo permanente della sicurezza per le manutenzioni, per avere un monitoraggio sugli incidenti e per implementare e rendere ancora più stingenti protocolli e procedure in essere. Sempre nell'incontro la Fillea Cgil ha chiesto e ottenuto l’impegno ad aggiornare lo specifico protocollo con Rfi e ministero delle Infrastrutture sugli appalti edili, partendo proprio dall’organizzazione del lavoro, i carichi, la qualità dei processi e delle imprese.

"Questo – concludono i sindacalisti Cgil - dovrebbe essere lo sforzo di tutti, non certo scaricare responsabilità o parlare di altro, nella speranza, magari, che il tempo faccia sparire dall’agenda politica e dell’opinione pubblica questo ennesimo omicidio sul lavoro”.