“Bene questi ulteriori 150 milioni stanziati dal governo per l’ex Ilva, ma non è con gli spot che garantiamo la ripartenza degli impianti”. A dirlo il è coordinatore nazionale siderurgia Fiom Cgil Loris Scarpa: “Servono risorse maggiori e immediate per agire sugli impianti e per mettere in sicurezza i lavoratori e l’ambiente, e serve far ripartire la discussione su piano industriale e decarbonizzazione”.

La Fiom non è d’accordo che “in caso si manifesti un affittuario che voglia comprare, possano venir meno, in caso di urgenza della vendita, i principi previsti per le amministrazioni straordinarie riguardanti l’integrità dei complessi aziendali né tanto meno le garanzie sui livelli occupazionali, garanzie che possono essere mantenute se c’è capitale pubblico nelle aziende di interesse strategico”.

La Fiom, inoltre, ritiene “inutile se non pericoloso l’articolo 15, comma 2 del disegno di legge sulle aziende di interesse strategico” e ritiene che “in questa fase mini i rapporti sindacali e industriali che si stanno ricostruendo dopo la disastrosa gestione precedente”.

Scarpa così conclude: “Comunque, l’accordo del 2018 che legava la crescita degli occupati a quella dei volumi per noi rimane un cardine e non si mette in discussione. Sull’ex Ilva, visti gli errori del passato, non si può avere fretta di vendere, non basta scaricare l’azienda a qualcuno, i lavoratori meritano la loro dignità”.