L’emorragia di posti di lavoro nel gruppo Stellantis non si ferma. Mercoledì 3 aprile la casa automobilistica ha firmato con i sindacati (Fim Cisl, Uilm Uil e Aq Cfr) un accordo, non siglato dalla Fiom Cgil, per complessivi 173 esuberi alla Maserati di Modena (di cui 23 a cartellino Stellantis). Di questi, oltre 130 sono dell'area Engineering (su un totale di 509 in organico), quindi ingegneri e progettisti che “dovrebbero garantire – spiegano i metalmeccanici Cgil – le capacità future dell'azienda”.

Il commento Fiom Cgil Modena

L’incontro era relativo alle uscite incentivate sugli esuberi di personale in applicazione dell'accordo quadro nazionale del gruppo Stellantis. “Accordo non sottoscritto da noi – commenta la Fiom – perché considerato solo l'ennesimo segnale operativo della dismissione di Stellantis in Italia”.

L’intesa prevede uscite volontarie. “Ma in assenza di prospettive credibili, quale lavoratore non si guarderebbe intorno?”, prosegue la nota: “Questo, su Modena, potrebbe determinare la fine del progetto di ricerca e sviluppo che solo qualche anno fa aveva trovato collocazione nell'Innovation lab del plant di via Emilia Ovest. Oltre ad avere ripercussioni negative sulle capacità produttive dello stabilimento di via Ciro Menotti, e quindi della sua piena ripresa produttiva, e per le ovvie ripercussioni sull'indotto”.

Riguardo il sito produttivo di via Ciro Menotti, Stellantis “riconferma gli investimenti previsti sull'Atelier, area di personalizzazione delle vetture, che in fondo non è altro che un nuovo impianto di verniciatura. Ma quali auto vernicerà Maserati, che sta dismettendo tutte le nuove produzioni in Italia?”.

Continuano i metalmeccanici Cgil: “Anche qualora l'Atelier funzionasse a pieno regime già a partire dalla fine del 2024, come auspichiamo, sarebbe sufficiente a garantire la piena occupazione (quasi 200 operai) in assenza di nuovi modelli fino al 2025? Per il 2025 è previsto il nuovo modello elettrico, ma resta la domanda: un solo modello di auto potrà saturare la produzione? Anche qualora l'elettrico diventasse realmente sostitutivo rispetto al motore endotermico, i dubbi sono tanti”.

La Fiom Cgil territoriale, in conclusione, esprime “profonda preoccupazione per il futuro di Maserati a Modena che sembra sempre più un miraggio, e chiede piani industriali seri che garantiscano sviluppo e occupazione”.