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L’incidente è successo ad agosto dell’anno scorso: mentre effettuava come di consueto una consegna in bicicletta, un rider di Deliveroo si è scontrato con un’auto. Taglio sotto l’occhio, pronto soccorso, denuncia di infortunio. Tutto come da copione. Peccato che nonostante la tempestiva denuncia e il riconoscimento immediato dell’infortunio, al lavoratore sia stato negato il primo mese di indennizzo economico.
Un caso, uno dei tanti, perché non è la prima volta che a seguito di un infortunio non venga corrisposto tutto quello a cui un lavoratore ha diritto, specie se si tratta di ciclofattorini. Lui è Shahzad Khan, pakistano, di 39 anni, vive e lavora a Busto Arsizio, in provincia di Varese.
“Shahzad l’ho incontrato per strada, durante i giri che faccio per parlare e prendere contatto con i rider – racconta Jacopo Di Pierro, di Nidil Cgil Varese –. È venuto in Cgil e lo abbiamo aiutato. Abbiamo attivato il patronato Inca e dopo la raccolta dei documenti, una visita con il nostro medico, le diverse attività legali, insomma l’iter di prassi, c’è stato il riconoscimento dell’indennizzo integrale da parte dell’Inail”.
Quattrocento euro per la precisione, che non è poco per un rider. L’intoppo in questo caso non è chiaro, resta il fatto che Deliveroo aveva chiesto documenti, poi integrazioni, fino a che l’Inail non ha liquidato il risarcimento con l’esclusione di un mese.
Il sindacato va in strada a intercettare i rider, a raccogliere le loro segnalazioni, capire quali sono i problemi, cercare di risolverli.
“Nel 95 per cento dei casi i rider hanno problemi con l’account – prosegue Di Pierro -, che viene bloccato per problemi con i documenti, pasticci col profilo, o per via delle pratiche legate al caporalato digitale. Tempo fa un lavoratore aveva fatto domanda di asilo politico, poi aveva iniziato a lavorare con Deliveroo, modificando la richiesta e trasformandola in permesso di lavoro: l’azienda non ha accettato il nuovo documento e gli ha bloccato il profilo. Che cosa facciamo in questi casi? Abbiamo incontri con rappresentanti delle aziende di delivery a settimane alterne, ci sediamo intorno a un tavolo e proviamo a risolvere le questioni”.