Sono ben 300 gli esuberi dichiarati dalla Semitech, società di servizi per le telecomunicazioni, che il 4 marzo scorso ha annunciato la cessazione delle attività, “disattendendo – spiega una nota di Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil – tutti gli impegni assunti presso il ministero dello Sviluppo economico, dove è aperto un tavolo di crisi da quando l’azienda è stata ceduta dal gruppo francese Siram Veolia nel 2018 al fondo Igi Investimenti”. Per giovedì 19 marzo è previsto un confronto tra impresa e ministero del Lavoro sulla cassa integrazione, nei giorni seguenti si terrà anche il vertice tra management e sindacati. Fiom, Fim e Uilm, dopo aver rilevato che “il piano industriale di rilancio si è rivelato ‘irrealizzabile’ e oggi è totalmente fallito”, chiedono una convocazione al ministero dello Sviluppo economico per “discutere dei futuri scenari industriali e per trovare una soluzione alternativa che scongiuri la chiusura di Semitech, salvaguardando l'occupazione, la professionalità dei lavoratori e le loro 300 famiglie”.

Licenziamento di massa alla Customer 2 Care dell’Aquila. Martedì 10 marzo il call center ha annunciato 157 esuberi, a seguito di diatribe societarie con l’azienda Contact Center Sud di Battipaglia (Salerno) sorte con la disdetta del contratto di subappalto al sito abruzzese per le attività legate alla committente Wind3. “Non ci interessa entrare nel merito delle questioni legali tra le due società, il nostro solo obiettivo è salvaguardare l'occupazione in un territorio già abbondantemente dilaniato da drammi occupazionali”, spiegano Slc Cgil e Uilcom Uil: “Non permetteremo che le controversie legali tra le due società finiscano per danneggiare i lavoratori, vittime inconsapevoli di una situazione oramai paradossale”. I sindacati sollecitano anche Wind3 a “prendere immediata posizione” e ad attuare “tutte le dovute decisioni per risolvere questa disastrosa situazione: solo Wind3 può cambiare le sorti dei lavoratori aquilani, mantenendo l'impegno preso di garantire i livelli occupazionali”.

Dopo 24 anni di attività chiude il supermercato Colle Verde di Palermo (in via San Lorenzo) e il relativo centro di distribuzione, con il conseguente licenziamento dei suoi 33 dipendenti. A motivare la decisione, ha spiegato la società, il “cambiamento del comportamento di acquisto dei consumatori che prediligono punti vendita di prossimità, nonché l’apertura di competitor nazionali con politiche di prezzo aggressive”. I sindacati denunciano di aver appreso la decisione da “un comunicato aziendale diffuso a mezzo stampa”, comportamento che hanno poi riportato nel vertice della scorsa settimana con l’assessore al Lavoro del Comune di Palermo Giovanna Marano. “Non siamo riusciti a raggiungere un accordo sulla mobilità volontaria, il prepensionamento e l'esodo incentivato”, hanno spiegato Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil alla stampa locale: “Siamo preoccupati perché sembra che l'azienda sia già in contatto con altri grandi gruppi per un accordo di cessione. Il nostro obiettivo è garantire tutti i livelli occupazionali”.

Confermati i 23 esuberi (su 81 dipendenti) di Aerdorica, la società gestore dell’aeroporto di Ancona-Falconara “Raffaello Sanzio” di proprietà del fondo di investimento inglese Njord Adreanna (ma partecipata con il 9 per cento dalla Regione Marche). A motivare la procedura, aperta il 27 dicembre scorso, la “grave e persistente situazione di crisi in cui si trova l'azienda – ha spiegato l’amministratore delegato Carmine Bassetti – che rende improcrastinabile, nell'ambito di un più ampio piano di ristrutturazione aziendale, un intervento sul costo del lavoro, peraltro imposto anche da precisi impegni assunti in sede Ue”. Nel vertice in videoconferenza che si è tenuto il 10 marzo scorso, i sindacati hanno chiesto di chiudere la procedura di mobilità “con i soli lavoratori che hanno deciso di non opporsi al licenziamento con esodo incentivato o part time, ovvero sette persone, e di attivare sin da subito la cassa integrazione ordinaria a causa della crisi sanitaria in corso per Covid-19”, considerato che l'aeroporto ha subìto la cancellazione dei voli passeggeri. La segretaria generale della Filt Cgil Marche Valeria Talevi sollecita “l’investitore privato ad assolvere agli obblighi di garanzia dei posti di lavoro così come promessi circa un anno fa dallo stesso presidente, dopo il salvataggio dello scalo, anche attraverso la legge Madia, che ha avuto la riapertura dei termini con il decreto ‘milleproroghe’ per le società partecipate pubbliche, che potrebbe essere un utile strumento per ricollocare alcune unità lavorative”.

Non verranno rinnovati a Portovesme (Sulcis, Sardegna) i 20 contratti a tempo determinato della multinazionale siderurgica Sider Alloys e della sua controllata Gms (che si occupa di manutenzione). A motivare la decisione è l’incertezza sulle prospettive della produzione, legata alla questione ancora irrisolta sulla fornitura dell’energia e sul prezzo relativo. Il prossimo vertice sul tema al ministero dello Sviluppo economico è stato fissato per giovedì 19 marzo. “Non condividiamo la decisione aziendale, è incomprensibile che le aziende non prendano in considerazione la nostra richiesta di prolungare i contratti in scadenza”, hanno scritto in una nota Fiom Cgil. Fim Cisl, Uilm Uil e Cub: “Riteniamo doveroso che tutti i soggetti in campo debbano fare di tutto per garantire l'occupazione e dare credibilità al progetto di rilancio dello smelter di alluminio. Ma perché questo si realizzi è necessaria la soluzione energetica e il parere positivo sulle fideiussioni e le garanzie richieste dall'Enel”.