“Manital continua a generare disagi ai lavoratori impegnati nelle pulizie degli edifici scolastici delle province di Napoli e Salerno. A oggi, non sono stati ancora erogati gli stipendi di giugno e il Consorzio non dà notizie in merito anche alle 14 mensilità arretrate". A dirlo sono Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti della Campania, promuovendo per oggi (giovedì 18 luglio) un presidio a Napoli, alle ore 9 davanti alla sede regionale del ministero dell'Istruzione, per chiedere la rapida convocazione di Manital e delle società consorziate al dicastero.

I sindacati sottolineano anche "il mancato pagamento del 50 per cento della mensilità di maggio da parte della consorziata Global service solutions, mentre il gruppo Sam, con atto unilaterale, ha sospeso i lavoratori, di fatto modificando il rapporto di lavoro”. Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti della Campania rilevano che "lo scorso 27 giugno il ministero dell'Istruzione si era impegnato a verificare la possibilità di consentire alle aziende consorziate di poter ricevere il pagamento delle fatture, condizione, questa, per poter continuare ad andare avanti, garantendo salario e continuità occupazionale. La situazione è estremamente grave e la si sta scaricando sui lavoratori e sulle loro famiglie”.

La vertenza del Consorzio Manital coinvolge complessivamente 10 mila addetti, impiegati in appalti pubblici e privati multiservizi per committenze importanti in tutta Italia (ministeri, partecipate statali, ospedali, università e altri). “La crisi di Manitalidea e dell’intero Consorzio Manital sta interessando migliaia di lavoratrici e lavoratori in tutto il territorio nazionale. L’azienda da tempo non è in grado di garantire gli stipendi e sta mettendo in ginocchio le già precarie condizioni economiche di migliaia di famiglie”, spiegano in una nota Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs e Uiltrasporti nazionali, sottolineando che Manital “continua a non pagare gli stipendi e non dà garanzie sulla continuità e sulle scadenze di pagamento”.

I sindacati rimarcano che la vertenza si trascina ormai dal 2017, quando Manitalidea ha dichiarato “difficoltà di riallineamento economico, di fatto ritardando il pagamento delle retribuzioni anche a 90 giorni, retribuzioni già ai limiti della sostenibilità, in media di 650-700 euro al mese”. Filcams, Fisascat e Uiltucs hanno rilevato che “le soluzioni proposte dalla direzione di Manital e dalle società consorziate nel corso dei mesi trascorsi, a livello territoriale e a livello nazionale, non sono state in grado di dare una soluzione positiva e definitiva alle mancate retribuzioni, segno di una crisi complessiva oramai conclamata e strutturale”.