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La crisi della Crik Crok di Pomezia, in provincia di Roma, non è più sostenibile. A lanciare l’allarme è una nota firmata dai segretari Fai Cisl Roma Capitale Rieti, Marco Pasti, Flai Cgil Roma Sud Pomezia Castelli, Alessandro Vona, e
Uila Uil Roma Rieti Viterbo, Angelo Della Vecchia. “Le lavoratrici e i lavoratori, da troppo tempo, affrontano una condizione di profonda precarietà economica e umana. Come organizzazioni sindacali continuiamo ad agire con determinazione per difendere i diritti, i salari e la dignità di tutte le persone coinvolte. Abbiamo sostenuto ogni tentativo di salvaguardia, con serietà e rispetto, ma oggi è necessario un cambio di passo da parte di tutti i soggetti istituzionali e aziendali”.
“La produzione – prosegue la nota – è ridotta al minimo, le giornate lavorative sono sempre più rare e la cassa integrazione straordinaria non è ancora stata pagata. In assenza di reddito, molte famiglie sono allo stremo”.
“Chi lavora ha continuato a farlo con responsabilità e dignità, ma questo impegno non è stato ripagato. Al contrario, l’incertezza è aumentata: alla difficile gestione aziendale si somma ora la presentazione di un nuovo concordato preventivo, che getta ulteriori ombre sul futuro. Oggi – scrivono i sindacati – il rischio non è solo la perdita di posti di lavoro: è in discussione la sopravvivenza stessa di una realtà produttiva con valore industriale e sociale per il territorio”.
“Rivendichiamo con forza il pagamento immediato della cigs da parte dell’Inps, il riconoscimento di quanto dovuto a lavoratrici e lavoratori, e comunque un sostegno economico che garantisca condizioni di vita dignitose. Chiediamo chiarezza sulle reali prospettive industriali e occupazionali e un’accelerazione dei tempi da parte del tribunale sui percorsi giudiziari aperti. Non è più tollerabile – dichiarano i segretari – che il peso di questa crisi ricada esclusivamente su chi lavora”.
“È tempo che le promesse si traducano in atti concreti e verificabili. Il futuro della Crik Crok deve passare per il rispetto, la dignità e il coinvolgimento pieno delle lavoratrici e dei lavoratori e garantire la continuità di una realtà produttiva a carattere industriale nel territorio”.