I lavoratori coinvolti sono 18 mila, dislocati tra sedi, punti vendita e logistica, cui si aggiungono migliaia di addetti in appalto e in franchising. È il personale di Auchan, che entro la fine dell’estate passerà sotto le insegne di Conad. Il 14 maggio scorso, infatti, l'organizzazione che raggruppa otto grandi gruppi cooperativi ha chiuso l’accordo per l’acquisizione della quasi totalità delle attività in Italia della multinazionale francese della grande distribuzione. Un’operazione di grande importanza finanziaria, che potrebbe però avere altrettanto importanti ricadute sull'occupazione. Vanno infatti compresi il piano industriale e il nuovo perimetro aziendale: temi che saranno oggi (giovedì 20 giugno) all’ordine del giorno del nuovo incontro che si tiene a Roma, alle ore 10.15 presso il ministero dello Sviluppo economico (in via Molise 2), tra governo, società e sindacati.

Ad acquisire ipermercati, supermercati e convenience store Auchan e Simply Sma (circa 1.300 negozi) è la newco Bdc Italia, formata dal 51 per cento di Conad e dal 49 da Wrm Group (soggetto specializzato in real estate commerciale, di proprietà del finanziere Raffaele Mincione). Il valore dell’affare è stimato tra 700 milioni e un miliardo di euro, l’operazione si dovrebbe sviluppare e completare in un arco temporale dai tre ai cinque anni. Restano fuori dall'accordo con Conad i 33 punti vendita a gestione diretta in Sicilia (oggetto di una trattativa separata con il gruppo che fa capo ai Fratelli Arena) e i 50 drugstore a marchio Lillapois. L’accordo prevede anche che i centri commerciali in cui sono situati i punti vendita Auchan continueranno a essere gestiti dalla società Ceetrus, che prosegue la propria attività in Italia. L’operazione è ora al vaglio dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato, che dovrà ora pronunciarsi sulla presenza di situazioni riconducibili all'abuso di posizione dominante.

Il precedente vertice, tenutosi il 28 maggio scorso, non ha certo rassicurato i lavoratori. I sindacati hanno contestato la mancanza sia del piano industriale, che non è ancora stato definito in dettaglio, sia dei chiarimenti necessari sul mantenimento del perimetro dei punti vendita e sulla garanzia occupazionale. “Assurdo apprendere che Conad acquisisce il controllo di un gruppo così grande, con un bilancio drammatico, senza avere già confezionato un piano di intervento”, ha spiegato la Filcams Cgil: “Manca inoltre il dettaglio delle prospettive dei punti vendita siciliani”.

Il timore dei sindacati, dunque, è che numerosi punti vendita delle due catene della grande distribuzione sono a rischio sovrapposizione, quindi potrebbero esserci chiusure di negozi e conseguenti esuberi. La Filcams, infine, ha anche sottolineato come l'operazione sancisca l'abbandono dell'Italia da parte di Auchan, mentre “Conad scalerebbe la classifica del mercato italiano, diventandone il leader indiscusso. Dietro al marchio Conad, è opportuno ricordarlo, ci sono decine di imprenditori tra cui si individuano luci e ombre, soprattutto nel rispetto della contrattazione e delle relazioni sindacali”.

Per Conad il 2018 è stato un anno di risultati importanti. Il fatturato della rete di vendita è arrivato a 13,5 miliardi di euro (+3,5 per cento rispetto all’anno precedente), la quota di mercato al 12,9 per cento (+0,4), il patrimonio netto aggregato ha raggiunto i 2,5 miliardi di euro (+6,8). In aumento anche l’occupazione: i nuovi ingressi sono stati 3.243, per complessivi 56.005 addetti. Queste le cifre snocciolate martedì 18 giugno dall'amministratore delegato Francesco Pugliese, che ha rilevato come questa crescita “consenta di affrontare con la necessaria solidità economica un piano di investimenti 2019-2021 di 1,3 miliardi di euro, di cui 530 milioni nel corso del 2019”. Una crescita costante da dieci anni, che è passata dai 9,3 miliardi di euro di fatturato nel 2009 agli attuali 13,5 miliardi (con un incremento del 45,2 per cento). “Con l'operazione Auchan – ha concluso Pugliese ­– abbiamo conquistato la leadership di mercato: ciò comporta un’ulteriore assunzione di responsabilità nei confronti del mercato e la capacità di dare risposte a nuovi modelli di consumo, garantendo al contempo l'intera filiera nazionale della produzione”.