La parola d’ordine è mobilitazione: per ottenere dal governo nazionale provvedimenti per rilanciare l’economia e il lavoro nel Mezzogiorno, "per dare una scossa a un’azione politica del governo regionale stagnante”. Lo ha detto Michele Pagliaro al direttivo della Cgil siciliana, riunito oggi a Palermo. Il 22 giugno è in programma la manifestazione nazionale unitaria sul Mezzogiorno, che si terrà a Reggio Calabria. E prima in Sicilia , il 10 giugno, ci saranno le assemblee unitarie di Cgil, Cisl e Uil a discutere di linea e di percorso sindacale a sostegno delle rivendicazioni delle confederazioni.

Prima ancora innumerevoli iniziative nei territori e delle categorie e tra queste quelle per dire no alla cosiddetta “autonomia differenziata”, “che allargherebbe la forbice Nord Sud - ha detto Pagliaro -, facendo venire meno le pari opportunità in ambiti importanti come l’istruzione, la sanità, il mercato del lavoro”. “Al governo nazionale - a suo avviso - chiediamo misure per lo sviluppo, la crescita, l’occupazione ma anche per la dignità delle persone. Quanto alla Regione, vediamo che si continua a galleggiare sui problemi, che rimangono tali e quali, penso ad esempio ai precari, all’emergenza rifiuti, al tema della mobilità e delle ex province".

Si perdono in questo contesto posizioni: le aree interne che si svuotano, ha proseguito, il dissesto idrogeologico continua così come l’emigrazione giovanile, e "tutto ciò è insostenibile se aggiungiamo che anche sul collegato alla finanziaria la regione è ancora bloccata in attesa dell’ok di Roma, cosa di cui rischiano di pagare il prezzo i lavoratori”. Il segretario della Cgil ha sottolineato dunque, davanti al quadro dirigente della sua organizzazione, che “il serrate le fila si rende necessario in una situazione così precaria, per dare una sponda seria e credibile a quanti soffrono di un disagio sociale crescente e alla società civile che vede messe sotto attacco le libertà fondamentali garantite dalla nostra Costituzione e la democrazia. Quello che è accaduto alla professoressa Dell’Aria, alla quale rinnoviamo la nostra solidarietà, - ha aggiunto Pagliaro - è assurdo ed è un sintomo grave, al pari del divieto del Prefetto di Siracusa di manifestare in 12 punti di accesso agli impianti petrochimici. La guardia deve dunque essere alta- ha sostenuto - per contrastare pericolose derive antidemocratiche nel nostro Paese, fomentate da una politica irresponsabile, capace di strumentalizzare tutto”. E alla vigilia dell’anniversario della strage di Capaci questo il monito della Cgil: “La mafia non si combatte con gli spot, né dedicando attenzione particolare, come ha fatto il ministro dell’Interno, in un giorno speciale come il 25 aprile dedicato alla Liberazione del Paese dal nazi-fascismo. La mafia si combatte tutti i giorni con un’azione di governo coerente e costante”.

Baseotto: manifestazione del 22 è una tappa del percorso

“La manifestazione nazionale del 22 giugno sul Mezzogiorno, che si terrà a Reggio Calabria, è solo una tappa di un percorso di lotta avviato il 9 febbraio che, in assenza di risposte da parte del governo riprenderà dopo l’estate, non escludendo anche la mobilitazione di carattere generale”. Così il segretario confederale della Cgil, Nino Baseotto, nel suo intervento al direttivo. Baseotto ha aggiunto: “Si è aperta un’ importante stagione unitaria che non ha precedenti negli ultimi 30 anni e questa va consolidata a tutti i livelli”. Il sindacalista ha inoltre espresso preoccupazione per “il clima di intimidazione e di autoritarismo che si respira nel Paese, tollerante verso i violenti e intollerante verso i deboli o anche verso chi rivendica solo il diritto di manifestare liberamente le proprie opinioni, si tratti di studenti, di lavoratori, di cittadini. Questa è – ha sottolineato Baseotto - una pericolosa deriva e c’è da chiedersi se ci sia un nesso tra questa preoccupante recrudescenza e le voci che dicono che gli ultimi sondaggi darebbero in calo il partito del ministro degli Interni”.