“In queste ore le nostre sedi sono prese d'assalto, in presenza e con telefonate: le persone sono disperate, non sanno come fare ora senza quel sussidio”. A dirlo è la segretaria generale Cgil Puglia Gigia Bucci, preoccupata per le tensioni sociali che rischia di alimentare il taglio del Reddito di cittadinanza.

“Dal primo gennaio 2024 il reddito di cittadinanza sarà abrogato per tutti”, prosegue la dirigente sindacale: “Siamo di fronte a un governo che fa cassa sui poveri, sul disagio sociale, che favorisce gli evasori e si accanisce sulle aree più deboli del Paese”.

Gigia Bucci elenca i provvedimenti sbagliati dell’esecutivo: “Dal reddito di cittadinanza all'autonomia differenziata, dai tagli alla sanità all'opposizione a una discussione parlamentare sul salario minimo, fino alle misure del Pnrr, questo governo è al servizio solo di alcune lobby di potere. Una destra antisociale e populista, che purtroppo rischia di frantumare la tenuta del Paese”.

Per la segretaria generale Cgil Puglia il reddito di cittadinanza è stato uno strumento “utile per attenuare le povertà crescenti nel Paese”. Bucci ricorda che la Banca d'Italia più volte si è espressa in tal senso, anche “nell'audizione del Capo servizio della struttura tecnica alla Camera dei deputati sulla manovra di bilancio''.

Per quanto riguarda il contesto della propria regione, l’esponente sindacale ricorda che “il 27,5% delle famiglie vive in condizioni di povertà relativa. Il superamento della misura porterà a un aumento della povertà proprio in aree dove il mercato del lavoro è più debole e i salari più bassi, come nel nostro caso”.

E aggiunge: “Abbiamo letto titoli sprezzanti e vergognosi su alcuni giornali della destra, parlare di pacchia finita. Vivere con poco meno di 600 euro al mese, questo il reddito medio percepito dai beneficiari in Puglia, è una pacchia? Siamo al darwinismo sociale, al classismo ottocentesco, questa è la destra italiana'”.

Gigia Bucci cita anche i report di Anpal e Inps sull'emergenza sociale. “In Puglia oltre 80 mila persone sono povere benché occupate”, conclude: “Oltre il 90 per cento dei rapporti di lavoro attivati è precario e a tempo, altissima l'elusione dei contratti che si traduce in sfruttamento ed evasione contributiva e fiscale. Un mercato del lavoro, in alcuni settori come agricoltura e turismo, legato alla stagionalità, quindi a impieghi frammentati e con forti irregolarità. Il 19,8% dei beneficiari del reddito di cittadinanza percepiva la misura di sostegno benché occupato”.