È a Cassibile (Siracusa), zona agricola con presenza anche di manodopera straniera, uno degli appuntamenti del Primo maggio in Sicilia. Organizzano la Cgil e la Flai con l’obiettivo di accendere i riflettori sul mercato del lavoro in agricoltura, “caratterizzato - dice una nota del sindacato- da forte incidenza di precarietà e lavoro nero”. L’iniziativa si svolgerà dalle 17 alle 20 nello spiazzale antistante la chiesa del marchese Loffredo di Cassibile, in via Nazionale 2 , e vedrà tra gli altri la partecipazione dei segretari generali della Cgil e della Flai Sicilia Michele Pagliaro e Alfio Mannino, del segretario della Cgil di Siracusa Roberto Alosi e di Jean Renè Bilongo, della segreteria nazionale Flai.

Il totale dei lavoratori della zona iscritti negli elenchi anagrafici, scrive il sindacato, è di 133.132 unità (950 in più rispetto all’anno precedente). Di questi 103.179 sono italiani, il 77,51% e 29. 953 stranieri pari al 22,49%, di cui 10.777 rumeni, 8.251 tunisini, 2.549 albanesi, 1.743 marocchini, 1.098 senegalesi e 5.535 di altre nazionalità. Michele Pagliaro e Alfio Mannino, , rilevano che “basta proprio guardare i dati ufficiali per dedurre l’alto tasso di lavoro irregolare. Infatti, in una zona decisamente produttiva - dicono - si osserva che ci sono 10.502 lavoratori che hanno meno di 10 giorni di lavoro effettuati (8,5%) e che ci sono 24.500 lavoratori con meno di 50 giornate lavorative pari al 19.%. Questi lavoratori non possono godere del diritto alla disoccupazione agricola con una grave perdita di reddito. Poi i lavoratori che vanno da 51 a 101 sono 22.500, da 101 a 151 sono 51.000 il resto da 152 a tempo indeterminato".

"Quindi quasi il 40% del totale dei lavoratori - sottolineano i sindacalisti - ha meno di 101 giornate effettuate”. Pagliaro e Mannino rilevano peraltro che “mentre i lavoratori italiani che hanno meno di 10 giorni sono il 7,3% gli stranieri sono il 13,01 %, i lavoratori italiani con meno di 100 giorni sono il 36% e gli stranieri il 44%”. Inoltre, le donne, il 20% della forza lavoro, effettuano secondo i dati ufficiali da 1 a 51 giornate di lavoro.

“È evidente - dicono quindi Pagliaro e Mannino - che c’è un’elevata quota di lavoro nero soprattutto tra gli stranieri e tra questi tra i rumeni, il 13,4% dei quali conta meno di 10 giornate lavorate”. I due esponenti della Cgil rilevano la “contraddittorietà di numeri che segnalano da un lato la strategicità del settore agricolo e l’aumento degli addetti, dall’altro un calo della media delle giornate”. La legge 199/2016, rileva il sindacato, “ha fatto emergere tanti rapporti di lavoro completamente in nero ma viene dichiarato il rapporto di lavoro con un numero di giornate inferiori rispetto a quelle effettivamente svolte”. Cgil e Flai chiedono dunque che “si dia vita alle sezioni territoriali del lavoro agricolo di qualità e al collocamento pubblico in agricoltura attuando pienamente la legge 199 e garantendo diritti e legalità nel lavoro”.