“Con i quattro quesiti referendari vogliamo contrastare la precarietà, garantire la libertà e la sicurezza nei luoghi di lavoro”. Inizia così la lunga intervista (di cui riportiamo alcuni stralci) al segretario generale Cgil Maurizio Landini, a firma di Luca Telese, apparsa sul settimanale Oggi: “Le file ai banchetti e le firme on line ci dicono che stiamo in buona compagnia, sono felice che il lavoro torni al centro del fare politica”.

Landini sottolinea le firme della segretaria Pd Schlein e del leader Cinquestelle Conte, aggiungendo che “Verdi e Sinistra Italiana hanno reso pubblico il loro impegno e così anche Rifondazione. E tanti esponenti della società civile ci stanno sostenendo e partecipano alle nostre iniziative”.

Le colpe del Jobs Act

Il segretario ricorda che “nel 2014 lo sciopero generale contro il Jobs act fu proclamato insieme da Cgil e Uil. Alcuni hanno dubbi sullo strumento, ma stiamo lottando e scioperando insieme contro la precarietà, per la sicurezza del lavoro, per aumentare salari e pensioni e per una vera riforma del fisco. Ora servono 500 mila firme e sono sicuro che ne raccoglieremo tante di più”.

Landini annuncia anche proposte di legge su tutti i nodi che non possono essere affrontati dai quesiti referendari: “Vogliamo estendere diritti e tutele anche al lavoro autonomo, al lavoro organizzato dagli algoritmi.Vogliamo intervenire sull'orario di lavoro, superare il subappalto a cascata, garantendo a tutte le persone che lavorano nella catena degli appalti stessi trattamenti economici e normativi”.

Un nuovo modello d’impresa

Per il segretario Cgil occorre “disegnare un nuovo modello di fare impresa e di lavoro con gli stessi diritti per tutti, riscrivendo così la legislazione balorda degli ultimi venti anni, fino a definire una legge sulla rappresentanza e un salario orario minimo. Però abrogare le norme più dannose e sbagliate è la condizione per avviare il cambiamento”.

Il quesito più importante, a detta di tutti, è quello sul reintegro in caso di licenziamento illegittimo: “Ripristiniamo un principio di fondo sacrosanto: se un licenziamento viene considerato illegittimo dal giudice, il lavoratore deve poter recuperare il proprio impiego”. Un diritto che chi è stato assunto dal 2015 in poi ha perso: “A noi pare ingiusto che siano penalizzati i più giovani e che questa conquista venga cancellata. Vogliamo stessi diritti e stesse tutele per tutti”.

La sicurezza prima di tutto

Riguardo il quesito sul subappalto, la Cgil intende “costringere le imprese appaltanti a rispondere della sicurezza e delle responsabilità sui dipendenti di chi ottiene l'appalto. Vogliamo cambiare il modello di fare impresa in Italia, figlio della legislazione sbagliata degli ultimi venti anni e basato sulla riduzione dei diritti e del costo del lavoro. Si mette a rischio la vita delle persone. Le stragi di questi giorni lo confermano”.

Il subappalto e il massimo ribasso, aggiunge Landini, “favoriscono la precarietà: nei cantieri e nei luoghi di lavoro è una logica che uccide perché si risparmia anche sulla formazione e sui dispositivi di sicurezza”. Ma c’è di più: “Se favorisco chi ricorre alla precarietà e chi abbatte le misure di sicurezza, sfavorisco le imprese e gli imprenditori seri che investono risorse per offrire queste garanzie. È evidente. Lo sa bene anche la malavita organizzata”.

Il leader Cgil, in conclusione, rimarca che “il governo della transizione ambientale e digitale e la riconversione del nostro sistema manifatturiero e dei servizi hanno bisogno di lavoro stabile e di un sistema legislativo che sostenga la contrattazione collettiva. È il momento di utilizzare tutti gli strumenti che la Costituzione ci mette a disposizione: compresi i referendum abrogativi”.