“Un piano di salvaguardia industriale e occupazionale per lo stabilimento di Bari, altrimenti si aprirà il conflitto”. È questa la posizione della Fiom Cgil dopo l’incontro (avvenuto nella sede della Regione Puglia) per il monitoraggio della situazione dello stabilimento Bosch di Bari. Durante il vertice l’azienda ha annunciato esuberi per oltre 700 lavoratori, ma nei prossimi anni sarà probabilmente a rischio l’intero stabilimento. Inoltre, l’azienda ha indicato la necessità d'intervenire sui costi fissi e del lavoro per salvare lo stabilimento.

“L'azienda – spiegano Simone Marinelli (coordinatore nazionale automotive per Fiom Cgil) e Ciro D'Alessio (segretario generale Fiom Cgil Bari) – ha presentato un piano di richieste da condividere con le organizzazioni sindacali, ma non un piano industriale che partendo dalla valorizzazione della solidarietà produttiva e occupazionale degli stabilimenti italiani si assuma la responsabilità di ridefinire la missione industriale dello stabilimento garantendo la piena occupazione. Bosch Bari si è limitata invece ad annunciare la collaborazione con una società esterna incaricata di sondare il mercato per individuare progetti da sviluppare nei prossimi anni”.

Un modo di affrontare la crisi dello stabilimento di Bari che la Fiom giudica “inaccettabile”. I metalmeccanici Cgil hanno ribadito all’azienda che “il confronto è possibile, se si condivide l’obiettivo di salvaguardare fabbrica e persone. È fondamentale invertire l’ordine delle priorità comunicate dall’azienda e discutere di un piano industriale vero che metta al centro la riconversione del sito verso produzioni di nuova generazione che offrano un futuro certo agli occupati del sito di Bari”.

Per Marinelli e D’Alessio “un nuovo piano di relazioni industriali permetterà di poter discutere di tutti gli strumenti utili ad accompagnare la fase di transizione. Se l’azienda dovesse confermare le direttrici di un piano che stabilisce come priorità il taglio dell’occupazione e del costo del lavoro, come Fiom Cgil metteremo in campo tutte le iniziative necessarie per la difesa dell’occupazione. Il governo deve convocare il tavolo di confronto, altrimenti costruiremo un'iniziativa di solidarietà e di lotta con tutti i lavoratori del gruppo e del settore per impedire che i lavoratori di Bosch Bari e dell’automotive paghino il prezzo sociale dell'incapacità del governo di mettere in campo risorse straordinarie sul settore”.