“Il nuovo anno si è aperto all’insegna del consolidamento…stiamo progettando nuove aperture”.  Lo scrivono con un bel po' di faccia tosta sulla propria pagina Facebook gli addetti alla comunicazione della Sirio spa, un’azienda leader nel settore della ristorazione presente nell’area aeroportuale, ospedaliera e autostradale con ben 83 locali, 64 milioni di fatturato e 700 addetti. Peccato che mentre si allargano in cerca di nuove occasioni di guadagno, a Bologna, dove è operativa con 10 locali all’aeroporto Marconi e all’ospedale Sant’Orsola Malpighi, nelle ultime settimane, abbiano dimenticato, si fa per dire, di pagare stipendi e tredicesime. Anzi no, a qualcuno sì e a qualcuno forse, in ritardo. “Paghiamo poco, e solo chi vogliamo noi”, è la sintesi efficace con cui la Filcams Cgil cittadina ha dato la notizia. Poche idee e ben confuse. Unica certezza, risparmio e profitto, anche sulla pelle dei lavoratori. Molti sono genitori single, molti sono gli unici a portare i soldi a casa. “Sirio Spa – ci racconta Francesco Devicienti, funzionario della categoria della Cgil – ha prima informato i suoi dipendenti che avrebbe pagato la 13ma mensilità in ritardo, poi ha deciso che avrebbe pagato la mensilità di dicembre ad un gruppo di lavoratori entro il 29 gennaio, a tutti gli altri entro il 10 febbraio. Questa situazione, oltre che discriminante, diventa allarmante per persone già duramente provate dalla collocazione in cassa integrazione che giunge dopo mesi dall’Inps”.

“Dall’inizio della pandemia – ci spiega Francesco Devicienti – hanno deciso di non anticipare il Fis, il Fondo di integrazione salariale. Nessuna remora di responsabilità sociale per i dipendenti abbandonati nell’incertezza più totale. E per quelli che hanno continuato a lavorare, ritardi nei pagamenti che troviamo incomprensibili. Se poi pensiamo che l’azienda si sta espandendo in tutta Italia e attiva nuovi contratti commerciali, ultimamente ance a Bologna, dove ha aperto un nuovo punto. Da un lato pagano in ritardo e dall’altro investono”.

Per non farsi mancare proprio nulla, “non versano quanto previsto per la sanità integrativa e diversi nostri iscritti mi hanno chiamato perché non riescono ad accedere ai servizi. Allo stesso modo non stanno versando il fondo della pensione integrativa. Per concludere, ai dipendenti in aeroporto, gravati dalla tariffa del parcheggio che l’azienda fino a dicembre contribuiva a pagare, da gennaio c’è stata la sorpresa che l’azienda non avrebbe più contribuito, per decisione unilaterale”.

“Parliamo di poche centinaia di euro, visto che siamo in Fis – racconta Emanuela, dipendente Sirio all’aeroporto –, soldi che tuttavia ci permetterebbe di affrontare in modo dignitoso questo periodo. Qui si sta parlando di sopravvivenza”.