“Resta il fatto, per noi preoccupante, di un andamento del gruppo negativo più di altri a livello europeo”. Questo il commento di Fiom Cgil, Fim Cisl, Uilm Uil e Uglm all’incontro con il gruppo Beko, colosso mondiale degli elettrodomestici, che si è tenuto lunedì 17 novembre a Roma presso il ministero delle Imprese.

“La direzione – spiegano i sindacati – ha illustrato la situazione generale di mercato, che è caratterizzata da una piccola ripresa dei volumi, ma anche da una contrazione dei prezzi dovuta anche alla concorrenza asiatica, nonché quella aziendale, che nel complesso sta subendo una contrazione dei ricavi e delle quote di mercato”.

Beko ha dichiarato di aver speso 49 milioni di euro di investimenti in Italia nel 2025 (che le quattro sigle ritengono “segni di un pericoloso ritardo”) e che intende confermare l’impegno complessivo assunto nell’accordo sindacale col piano industriale.

Quanto alle uscite incentivate, su 1.284 esuberi, compresi i 46 dipendenti, si sono avute 578 uscite; ben 264 persone purtroppo sono in contratto di solidarietà al 90 per cento (addetti alle funzioni di ricerca e sviluppo soppresse, nonché ad altre funzioni quali qualità, supply chain e staff). A Siena, inoltre, al momento sono usciti 64 lavoratori. Infine Beko ha sostenuto che la ricerca di un investitore per Siena è in corso: ci sono richieste di approfondimento da parte di nove interessati.

“Denunciamo – riprendono Fiom, Fim, Uilm e Uglm – il ritardo negli investimenti e il calo di volumi in tutte le fabbriche italiane, nonché la necessità di migliorare la rotazione e i processi di ricollocazione di chi è pesantemente in cassa. Al contempo abbiamo espresso necessità di accelerare il processo di reindustrializzazione di Siena”.

I sindacati rilevano che “le risposte di Beko sono state in alcuni casi e in linea di principio positive, in particolare sulla volontà di lanciare nuovi prodotti e sulla necessità di avviare maggiore rotazione per il personale in cassa integrazione. Sulle strategie commerciali la direzione ha ammesso le ricadute negative dell’integrazione delle reti di vendita e ha annunciato una campagna di marketing nel 2026 per i marchi Whirlpool e Hotpoint”.

In ogni caso, proseguono, si tratta “di dichiarazioni tutte da verificare nel corso del 2026, che a detta di Beko sarà un anno decisivo. Resta il nostro timore che il calo dei volumi sia dovuto non solo a minori vendite, ma anche a un disimpegno strategico. Solo un rilancio effettivo degli investimenti e un rafforzamento della strategia commerciale può fugare questo timore. Analogamente, a Siena occorre che si attirino investitori forti dei settori in maggiore sviluppo, poiché sarebbe sbagliato attenderne passivamente l’arrivo. Sarà decisiva la verifica a gennaio per verificare la fondatezza degli impegni assunti da Beko per il 2026”.