Hanno firmato l'accordo per l'avvio della cassa integrazione per 13 settimane e per un massimo di 700 lavoratori al giorno, ma lo hanno fatto solo ed esclusivamente "per senso di responsabilità verso i lavoratori". Non sono di certo soddisfatti i sindacati dei metalmeccanici di Terni per come Ast, l'azienda di acciai speciali di proprietà della multinazionale ThyssenKrupp, ha gestito la partita della cassa integrazione per lo stabilimento di viale Brin. 

"È vergognoso - scrivono in una nota Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Ugl e Usb - che, nonostante gli incontri svolti, la delegazione aziendale non abbia volutamente fornito, sebbene richiesto insistentemente, dati indispensabili per esaminare, alla luce delle difficoltà di mercato presenti, le possibili prospettive future e conseguentemente i possibili scarichi produttivi". Una firma al buio, insomma, motivata dai sindacati con la volontà di evitare una gestione unilaterale e senza regole del provvedimento. 

L'accordo garantirà invece - come spiegano gli stessi sindacati - una "modalità di gestione della Cig tale da tutelare il mantenimento di un “zoccolo” di 80 ore di ferie maturate, la rotazione tra i lavoratori, la maturazione degli istituti indiretti e differiti, la possibilità di integrazione volontaria con PAR individuali".

Resta il fatto che le "relazioni sindacali" non soddisfano affatto: "L’azienda, che ha dichiarato di conoscere perfettamente il piano operativo di ottobre, si è rifiutata di renderlo noto durante la discussione, posticipando tali informazioni al giorno 3 ottobre 2019 - riferiscono i rappresentanti dei lavoratori - La stessa azienda si è limitata semplicemente a dichiarare che la Cig, per ora, sarà soltanto per i giorni 4/5/6 ottobre 2019 con dettagli di reparto e d’impianto che saranno forniti alla Rsu".

Troppo poco secondo i sindacati che parlano di "atteggiamento irresponsabile e non corretto nei confronti delle maestranze", perché "si continua ad omettere dati dirimenti, come i piani produttivi futuri, generando ovviamente anche una forte incertezza rispetto a possibili prossimi stop impiantistici".

Il prossimo 3 ottobre i sindacati lo faranno presente direttamente all’amministratore delegato di Ast, "per tentare di chiarire - spiegano - gli argomenti volutamente omessi oggi, al fine di rendere nota e trasparente la situazione, evitando confusione e approssimazione. Riteniamo che i lavoratori di Ast meritino altri atteggiamenti, comportamenti più seri e coerenti da parte dell’attuale management - concludono i sindacati - che ha ribadito, anche negli incontri precedenti, che intende mantenere gli impegni rispetto al milione di tonnellate per l’anno 2019/2020, come sottoscritto al ministero".