L’Atm, l’Azienda dei trasporti di Milano, per sopperire alla carenza di personale, prolunga fino a giugno la proposta di mille euro lordi in più al mese ai dipendenti che posticipano la pensione. La difficoltà a trovare personale ha portato l’azienda a ridurre la frequenza delle corse di autobus e tram. Dal sindacato, il coordinatore della Filt Cgil Lombardia Matteo Franco afferma di non essere favorevole a questa misura “non solamente perché non risolve le criticità del settore, ma anche perché si tratta di una soluzione che l’azienda cerca al suo interno, mentre andrebbe cercata altrove”.

Il problema non riguarda solamente Milano e “dovrebbe essere risolto a livello nazionale – prosegue – perché i governi che si sono succeduti in questi anni hanno sempre ridotto gli stanziamenti al Fondo nazionale dei trasporti e una delle conseguenze è la difficoltà del settore a trovare personale. L’Atm cerca di trattenere i lavoratori perché molto qualificati e con tanta esperienza, ma il problema è che si dovrebbero invece trovare risorse nuove utilizzando anche incentivi e forme per il sostegno al reddito durante il percorso formativo. Quello del trasporto pubblico è di fatto un settore fortemente in crisile retribuzioni sono basse a fronte di grandi responsabilità e orari estremi perché ci sono turni che iniziano alle 4 della mattina e altri che terminano all’una di notte”. 

Il lavoro di conducente di mezzi pubblici ha quindi perso d’attrattiva e il primo passo da compiere affinché torni ad avere capacità di richiamo è l’adeguamento dei salari al costo della vita, ma non solamente: “Andrebbero ‘umanizzati’ i turni – sostiene Franco – anche perché non è pensabile che per 1.400 euro al mese un lavoratore sia impegnato anche oltre le dieci al giorno. E questo numero elevato di ore dipende anche dal fatto che con un simile stipendio è difficile trovare una casa nelle grandi città a causa del caro affitti e i lavoratori sono costretti ad andare a vivere in luoghi distanti che comportano lunghi spostamenti”.  

È proprio oggetto di discussione in questi giorni la firma del contratto di secondo livello: “A inizio anno c'era la possibilità di fare un accordo dignitoso, ma molte aziende dei trasporti non sono riuscite a raggiungere un’intesa per migliorare i tempi di lavoro e i salari”, spiega sempre Franco. 

Vanno quindi fatti investimenti sul fronte economico anche per affrontare l’annoso problema della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Il coordinatore della Filt Cgil Lombardia conclude rilevando un’incongruenza in questi mesi più volte sottolineata dai sindacati, quella tra il denaro che il governo ha deciso di mettere sulla costruzione del ponte sullo stretto di Messina e quello che invece non mette sui rinnovi contrattuali del trasporto.