Niente incontro con gli operai. Appena Carlo Calenda arriva a Crevalcore (Bologna) davanti allo stabilimento della Magneti Marelli, i lavoratori interrompono il presidio che era in corso evitando ogni tipo di incontro. È stata così bocciata dalla Fiom Cgil la visita di oggi dell'ex ministro dopo che la proprietà dell'azienda ha confermato la chiusura dello stabilimento. Una polemica, quella tra il sindacato e il leader di Azione, nata qualche giorno fa sui social quando l'esponente politico aveva criticato il segretario generale della Cgil Maurizio Landini, in particolare il suo atteggiamento durante la cessione dell'azienda da parte della Fiat.

Su queste questioni "non c'è una mobilitazione – è l'ipotesi di Calenda – che invece c'è stata quando c'era Marchionne, perché la Fiat e in particolare gli Elkann sono i proprietari di Repubblica, il principale giornale della sinistra italiana. Nessuno si mobilita e questo è l'inizio di una crisi molto più profonda. Io non ho vantaggi politici a scontrarmi con gli Elkann o Repubblica né a dire scomode verità su Landini e il sindacato: ma se questa verità non viene detta, questo problema non si risolverà e la deindustrializzazione dell'Italia andra' avanti".

Netta la risposta dei lavoratori che hanno lasciato da solo il leader di Azione con la sua malriuscita protesta contro la Cgil.

I dipendenti al presidio si sono spostati di qualche decina di metri e hanno improvvisato un'assemblea senza ascoltare il senatore, che, nonostante la Cgil gli avesse fatto sapere che non era gradito ospite al presidio per le sue accuse a Maurizio Landini e al sindacato, si è ugualmente presentato. "Non mi volete parlare", ha gridato Calenda ai lavoratori mentre si allontanava, senza ottenere risposta.

"Riteniamo le affermazioni di Carlo Calenda, contenute in un video pubblicato sui social in riferimento alla vertenza Marelli, gravissime e offensive non solo per la Fiom e la Cgil, ma anche per tutte le lavoratrici e i lavoratori. In un momento così delicato in cui la vita, il lavoro, l’occupazione sono a rischio leggere di un esponente politico che al posto di difendere i lavoratori specula per un minuto di celebrità rende poco onorevole il ruolo di deputato della Repubblica", si legge in una nota pubblicata ieri da Cgil e Fiom di Bologna e dell'Emilia Romagna.