Un operaio di origine indiana di 32 anni è morto nella notte tra domenica e lunedì in un allevamento di conigli nei pressi di Santa Sofia nel Forlivese, dopo esser caduto una vasca di liquami alla quale stava lavorando. "Quella avvenuta in Uun'azienda agricola della vallata del Bidente è l'ennesima tragedia sul lavoro che lascia sgomenti", commenta la Cgil di Forlì-Cesena, chiedendo che venga fatta luce al più presto su quanto accaduto. Le norme di sicurezza, tra cui la possibilità di ricevere soccorso in caso di infortunio o malore, devono essere temi prioritari".

Il sindacato, a fronte della strage continua dei lavoratori, chiede cambiamenti strutturali. "Lo scorso anno in Emilia-Romagna è stato registrato un aumento di infortuni sul lavoro di oltre il 9% rispetto all'anno precedente. Il settore agricolo, quello in cui lavorava il giovane che ha perso la vita a Santa Sofia, è il secondo a livello regionale per numero di morti sul lavoro, superato solo dal settore dei trasporti/magazzini".

L'uomo si chiamava Singh Amarjit e, secondo quanto riportato dalla stampa locale, il corpo è stato trovato dopo la segnalazione di un amico che non lo vedeva rientrare. La magistratura sta indagando sulle cause dell'incidente. 

Cgil: fare luce sull'accaduto

Restano molti punti da chiarire sulle cause dell’infortunio mortale dell’operaio indiano. “Chiediamo che venga fatta luce al più presto su quanto accaduto”, affermano Lorenzo Biondi, segretario generale Flai Cgil Forlì Cesena e Maria Giorgini, segretaria generale Cgil Forlì. “Le norme di sicurezza, tra cui la possibilità di ricevere soccorso in caso di infortunio o malore, devono essere temi prioritari.