“Viva l’Italia, l’Italia tutta intera...”, cantava De Gregori auspicando un Paese nato dalle ceneri della Resistenza e pronto a giurarsi unità eterna, nella buona e nella cattiva sorte, finché Calderoli non la separi. Padre del porcellum, demiurgo della devolution, inceneritore di leggi, indossatore di t-shirt anti Maometto, generatore automatico di insulti razzisti e sessisti, il leghista maxillo-facciale sorride sornione al nuovo assalto alla diligenza. Divide et impera. Il folklore secessionista dell’Oltre Po si è messo ora lo smoking d’ordinanza. Roma che fu ladrona è diventata padrona per frantumare lo Stivale in tante piccole contee. Oggi pieni poteri alle Regioni. Ma in questa logica perversa, è un tantino anticostituzionale, domani si faranno sotto le province, e poi i comuni, i quartieri fino ai singoli palazzi. Dal premierato all’amministratoriato di condominio è un attimo.