Mancano ormai pochi giorni al licenziamento dei 51 lavoratori (48 diretti e tre interinali) per cessazione d’attività della Tct di Terni, l’azienda che si occupa del taglio finale e della commercializzazione dei tubi per conto del Tubificio dell’Acciai Speciali Terni (Ast). Nel pomeriggio di martedì 16 maggio i lavoratori si sono riuniti in presidio a Perugia, sotto il palazzo della Regione Umbria, in occasione dell’incontro convocato dall’assessore regionale allo Sviluppo economico Michele Fioroni.

“In questa fase dovremmo iniziare a ragionare su come riconvertire la filiera del tubo, visto che dal 2035 i prodotti realizzati oggi saranno fuori mercato”, illustra il segretario generale Fiom Cgil Terni Alessandro Rampiconi: “Invece siamo qui a occuparci di 51 lavoratori licenziati perché la Tct non ha trovato l’accordo commerciale con Acciai Speciali Terni”.

Il sindacato chiede la ricollocazione dei lavoratori all'interno della filiera del tubo, una soluzione che sembrerebbe aver incontrato la disponibilità di Acciai Speciali Terni. “Una volta ottenute queste garanzie – conclude Rampiconi – potremo discutere degli eventuali ammortizzatori sociali per accompagnare il percorso finalizzato a occupare tutti i lavoratori”.

Grande preoccupazione mostra Valerio Clementi, lavoratore Tct e Rsu Fiom Cgil. “Negli incontri avuti con la proprietà – spiega – è emersa la chiara volontà di cessare l’attività produttiva: la decisione sarebbe irrevocabile, la data è stata fissata a domenica 21 maggio. Ancora una volta ci troviamo vittime di questi giochi di potere, ci rimane aperta solo la prospettiva delle promesse che ha formulato Acciai Speciali Terni”.