L’assemblea dei lavoratori ha deciso: sarà sciopero. Questa la risposta dei dipendenti della Aquileia capital services (Acs), specializzata nel trattamento di crediti deteriorati e oggi proprietà del fondo d'investimento statunitense Bain capital credit, alla procedura di licenziamento collettivo per 50 addetti avviata mercoledì 10 maggio per la filiale di Tavagnacco (Udine)

Fisac Cgil, Fabi e First Cisl, nel corso dell’incontro con i lavoratori di giovedì 11, convocato subito dopo il vertice con l’azienda, hanno giudicato “irricevibili e offensive” le proposte di esodo incentivato avanzate da Acs. Da qui la decisione dei 100 lavoratori (134 se comprendiamo anche le sedi di Milano e Roma) di proclamare lo stato di agitazione e lo stop da attuarsi nelle prossime due settimane.

I sindacati rilevano la considerevole differenza tra quanto proposto agli addetti Acs e quanto proposto a quelli della Julia portfolio solutions (azienda della stessa proprietà) appena un anno fa. “Si ipotizza – dicono Fisac, Fabi e First – una riduzione economica di quasi la metà, penalizzando ulteriormente chi sta per perdere il lavoro”.

Più in generale, le tre categorie ritengono insufficienti le motivazioni per quest’ondata di licenziamenti, anche in considerazione del fatto che “la situazione finanziaria della società non è drammatica come si vuole far credere” e come dimostrano “i premi erogati e le sponsorizzazioni in atto in ambito sportivo”.

Il piano aziendale prevede che alcuni uffici della sede friulana siano smantellati, ad esempio quello legale, quello tecnico e l'information technology. I sindacati, inoltre, rilevano che Acs nei primi mesi dell’anno ha assunto nuovi dirigenti, che pesano sui bilanci della società in modo più marcato rispetto ai dipendenti ordinari. Infine, paventano il rischio che le persone licenziate vengano sostituite da servizi esternalizzati.

“Le spese sono aumentate, così come il numero di dirigenti, pari a circa il 20% rispetto alla forza lavoro complessiva”, aggiungono il segretario Fisac Cgil Udine Andrea Rigonat e il segretario generale Cgil Udine Emiliano Giarenghi: “Alla fine siamo arrivati alla comunicazione della procedura di licenziamento collettivo per persone piuttosto giovani e decisamente lontane dall'età pensionabile”.

Martedì 16 maggio, intanto, si svolgerà l’incontro dei rappresentanti di Fisac Cgil, Fabi e First Cisl con l'assessore al Lavoro della Regione Friuli Venezia Giulia Alessia Rosolen, da cui ci si augura emerga l’impegno attivo dell’ente per la soluzione di questa difficile vertenza.

Da segnalare, infine, l’interrogazione ai ministeri delle Imprese e del Lavoro sulla vicenda presentata dalla deputata Pd Debora Serracchiani. La parlamentare richiede l’urgente “convocazione di un tavolo istituzionale”, sottolineando che “non si possono lasciare soli lavoratori e sindacati a lottare contro un gigante finanziario che fa i conti senza minimamente curare l'interesse del territorio”.