Una scomparsa inquietante, un mistero da risolvere ad Acate, piccolo centro del ragusano. Da un anno non si hanno più notizie di Daouda Diane, mediatore culturale ivoriano letteralmente svanito nel nulla nel luglio dello scorso anno, proprio in circostanze misteriose. La Cgil e la società civile non smettono di chiedere verità e giustizia, e per la festa delle lavoratrici e dei lavoratori hanno manifestato anche nel suo nome.  

Daouda lavorava anche come operaio in un cementificio, il 2 luglio 2022 era uscito di casa per andare nel cantiere della ditta. Da quel giorno nessuna notizia. La Procura di Ragusa ha aperto subito un’inchiesta contro ignoti per omicidio e occultamento di cadavere. Daouda ad Acate era un punto di riferimento per la comunità di braccianti africani, probabilmente a qualcuno il suo impegno potrebbe aver dato fastidio. Il lavoro agricolo, come altri settori d’altronde, cammina purtroppo spesso di pari passo con lo sfruttamento e il lavoro irregolare. Imprenditori senza scrupoli che si arricchiscono sulla pelle di chi ha più bisogno di lavorare.

Nella piazza di Acate la Cgil, Flai è Libera sono tornate a chiedere verità e giustizia per Daouda. Insieme a don Luigi Ciotti erano presenti il magistrato Bruno Giordano che ha anche scritto una lettera al Capo dello Stato, Sergio Mattarella, per non far spegnere i riflettori sul caso e il segretario generale della Flai Cgil Giovanni Mininni. Una Sicilia che non china la testa ma la tiene alta, unendo in un unico moto di lotta e ribellione la memoria con il presente per costruire un futuro dignitoso e libero per questa terra.