Si è concluso poco prima delle 10 di sera ed è durato circa due ore e un quarto l'incontro di Palazzo Chigi tra Cgil, Cisl, Uil, Ugl e il governo. Al centro del confronto il Dl Lavoro che andrà all'esame del consiglio dei ministri domani alle 11. Per l'esecutivo erano presenti il premier Giorgia Meloni, i ministri dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, e del Lavoro, Marina Calderone, e i sottosegretari alla presidenza del consiglio Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari.

Per i sindacati erano presenti Maurizio Landini, con la vice Gianna Fracassi; il leader della Cisl, Luigi Sbarra con il vice Giulio Romani; il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri con la coordinatrice della segreteria, Manuela Pellegrino; il segretario generale della Ugl, Paolo Capone, con il dirigente confederale Fiovo Bitti.

Landini: "Mobilitazione resta, serve un cambiamento"

''Noi oggi abbiamo fatto una discussione a voce, perché non ci è stato consegnato alcun testo. Quindi in realtà non conosciamo i provvedimenti nel dettaglio e, come è noto, quando si parla di mercato del lavoro, di salute e sicurezza, contano anche le virgole, come le scrivi e come le metti''.

"Per quello che ci riguarda - ha continuato Landini - rimangono totalmente tutte in campo le iniziative, le ragioni che ci hanno portato a indire le giornate di mobilitazione, il 6 a Bologna per le regioni del Centro, il 13 a Milano per le regioni del Nord e il 20 a Napoli per le regioni del Sud, perché c'è bisogno di un cambiamento vero della politica di questo governo, a partire anche da una vera riforma fiscale e sulla salute e sicurezza''.

"Sono quattro mesi che non c'è confronto con i sindacati. Questa è una questione di metodo e di sostanza - ha detto ancora il segretario generale della Cgil -. Sul cuneo contributivo hanno parlato di un provvedimento da luglio a dicembre. La mossa che fa il governo va nella direzione delle proposte che abbiamo avanzato. Il limite è che è temporaneo, non ha una prospettiva, dura qualche mese. Non c'è la restituzione del fiscal drag - ha detto - con il sistema di oggi c'è il rischio che non aumenti il netto, ma solo la tassazione. Manca la tassazione sui profitti e gli extra-profitti. Questo è il momento di varare un contributo straordinario a tutela di salari. Il taglio del cuneo non è quello che chiedevamo fino in fondo perché non è strutturale".