Ho 44 anni e faccio il driver per Amazon da quando ha aperto la filiale di Rimini. Dopo otto rinnovi mi è stato proposto il contratto a tempo indeterminato, con l'agenzia però. Ho scoperto presto la differenza tra un’assunzione diretta e uno staff leasing (così si chiama il mio contratto) e l'ho scoperto andando in banca a chiedere 4 mila euro di prestito per un’auto usata. Mi hanno risposto che considerato il mio contratto, avevo bisogno di un garante.

Ora, sento parlare spesso del problema natalità, negli anni sono stati aggiunti bonus e agevolazioni. Io credo che se le persone avessero un lavoro stabile e dignitosamente retribuito, una coppia magari riuscirebbe a immaginare un futuro, un figlio e una casa.

Qualche giorno fa un collega, a Buccinasco, è stato “stroncato da un malore nel corso del proprio turno di lavoro”. Era dipendente di un’azienda in appalto con Amazon. Non è la prima volta che succede. Nonostante questo, della salute e della sicurezza di chi lavora per Amazon si parla ancora troppo poco.

Un anno fa a Santarcangelo di Romagna abbiamo scioperato per i ritmi di lavoro insostenibili, con picchi in alcune fasi dell’anno di una consegna ogni 2 minuti e 25 secondi. I ritmi e i volumi di lavoro che ci dà Amazon non sono sempre compatibili con la sicurezza, dobbiamo correre e portare a casa i risultati. Lo stress a cui siamo sottoposti è tanto.

Sono in Cgil per lottare per queste semplici cose, credo che se molliamo noi sarà la fine. Ma noi non molleremo mai. Buon Primo Maggio a tutti!