Duemila lavoratori sfruttati all'interno del sistema degli appalti di Fincantieri a Marghera. Operai irregolari, pagati meno di sette euro l'ora lordi e lasciati senza diritti, per lo più originari della Bangladesh e dell'Europa dell'Est. Per scoprirlo ci sono voluti cinque anni di indagini da parte della Guardia di Finanza. C'è tutto il campionario degli orrori che spesso caratterizza il lavoro in subappalto, a partire dalle paghe da fame.

"La Fiom di Venezia e la Fiom del Veneto, nel 2018, hanno denunciato con un esposto una grave situazione di sfruttamento dei lavoratori e da pochi giorni sono stati ammessi come Parte Civile nel procedimento in corso assieme alla Cgil di Venezia - si legge in un comunicato firmato da Antonio Silvestri, segretario generale Fiom Veneto, Michele Valentini, segretario generale Fiom Venezia e Daniele Giordano, segretario generale Cgil Venezia -. Da anni evidenziamo come le condizioni di lavoro negli appalti e sub appalti di Fincantieri presentino irregolarità, nel silenzio generale delle istituzioni locali.

Nel 2018 inviammo copia del nostro esposto alla Procura della Repubblica e anche al Sindaco di Venezia e al Presidente della Regione. Ci aspettavamo una presa di posizione e l’apertura di un confronto da parte di Zaia e Brugnaro ma nulla è successo e il nostro esposto è caduto nel vuoto. Oggi ci pare che la Regione Veneto con grave ritardo si stia accorgendo di quello che accade da anni, della grave situazione dei lavoratori degli appalti con possibili connessioni con la criminalità organizzata. Come sempre, a pagare le conseguenze della gestione scorretta, sono i lavoratori e le lavoratrici soggetti a condizioni di precarietà e ricattabilità.

Da tempo - scrivono i tre segretari generali - denunciamo come gli appalti vengono “proposti” con offerte troppo basse per essere compatibili con il rispetto dei contratti nazionali a cui dovrebbero afferire i lavoratori. Fincantieri, società di diritto privato ma a controllo pubblico, la cui maggioranza delle azioni sono detenute da CdP dovrebbe impegnarsi a verificare che vengano rispettate le condizioni dei lavoratori delle ditte in appalto/subappalto, ma capiamo anche che se non si modifica il modello produttivo adottato dalla stessa a pagarne le conseguenze saranno sempre i lavoratori sui quali si scaricheranno gli effetti perversi di questo “sistema al massimo ribasso”.

Non possiamo che sostenere il lavoro della Guardia di Finanza che ha fatto emergere una situazione che diventava sempre più grave e di cui bisognerà ricostruire l’accaduto per evitare che possa ripetersi. Come sindacato continuiamo a ricevere segnalazioni da parte di lavoratori degli appalti/subappalti del sistema Fincantieri e dobbiamo sottolineare come in questi anni al di là dei proclami poco o nulla sia cambiato. Auspichiamo - concludono Silvestri, Valentini e Giordano - che le prese di posizione tardive delle istituzioni servano finalmente a porre fine a un sistema che sfrutta i lavoratori e fa pagare ai più deboli i costi della competitività globale, senza contare i mancati versamenti in termini di fisco e contributi per le casse dello Stato".