I lavoratori e le lavoratrici della Micron Semiconductor di Padova sciopereranno per l’intera giornata di venerdì 17 marzo, e terranno un presidio dalle 9 alle 12, presso la cittadella della Stanga, dove l’azienda ha sede (Sottopassaggio Saggin, 2). Lo sciopero è stato proclamato da Fim, Fiom e Uilm di Padova, dopo due incontri in cui l’azienda avrebbe dovuto dare motivazioni sulla scelta di chiudere la sede di Padova. L’intenzione di chiudere questa sede è stata comunicata da Micron Semiconductor Italia il 27 febbraio scorso, ma in queste settimane non sono state fornite informazioni sufficienti in merito ai motivi di tale decisione, rilevano i sindacati.

La Micron è una multinazionale americana che conta circa 50.000 dipendenti in tutto il mondo, grazie ai quali produce diverse tipologie di dispositivi a semiconduttore, tra cui memorie Dram, memorie Flash Nand e Nor, unità di memorizzazione in stato solido, (Ssd). Ha due marchi commerciali per i consumatori diretti e collabora con Intel. Inoltre, è classificata fra le prime cinque aziende produttrici di semiconduttori al mondo. La divisione italiana progetta memorie Flash Nand, occupandosi di attività di ricerca, progettazione, sviluppo prodotti, ingegneria e supporto ai clienti, con 548 dipendenti, distribuiti in quattro sedi (Vimercate, Padova, Arzano e Avezzano), dei quali 31 sono gli addetti della sede padovana.

"La multinazionale ha già chiuso una sede in Italia nel 2018, a Catania anche se non ha alcun problema economico o produttivo cui far fronte. Anzi, grazie a Biden e al Chips and Science Act, promulgato negli Usa nell'agosto 2022, dovrebbe aver ricevuto dei fondi non indifferenti, provenienti da questa legge, emanata proprio per rivitalizzare la produzione nazionale di semiconduttori e aumentare la competitività degli Stati Uniti sul mercato mondiale", sottolineano le tre sigle di categoria.

“Riteniamo profondamente sbagliata l’intenzione di chiudere la sede di Padova e invitiamo l’azienda, a tutti i livelli, a modificare tale decisione che produrrebbe effetti devastanti sui lavoratori, sulle lavoratrici del sito padovano e sulle loro famiglie. L’ipotesi paventata di trasferimenti presso le sedi di Vimercate e di Avezzano non può essere considerata in alcun modo una proposta positiva in grado di rendere meno traumatica la chiusura del sito", dichiarano i sindacalisti di Fiom, Fim e Uilm di Padova, in accordo con i delegati.

"Riteniamo che la sede di Padova non debba assolutamente chiudere e i dipendenti non devono trovarsi costretti a dover scegliere se trasferirsi o interrompere il rapporto lavorativo. Invitiamo l’azienda a valutare quanto espresso a livello nazionale e territoriale e a presentarsi al prossimo incontro con proposte differenti. Lo sciopero e il presidio del 17 sono solo un primo passo. Stiamo organizzando ulteriori iniziative, anche a livello nazionale, per far comprendere quanto la strada intrapresa dalla multinazionale sia profondamente sbagliata", concludono gli esponenti sindacali.