Puntata n. 13 - A perdere sono sempre gli stessi. Sono spaventose le cifre dell’ultimo rapporto Oxfam sulle disuguaglianze, presentato in occasione del World Economic Forum di Davos. Negli ultimi dieci anni i miliardari hanno raddoppiato le loro ricchezze, complici anche la pandemia da Covid e lo scoppio della guerra in Ucraina

Una persona su 10 nel mondo soffre la fame

A perdere sono sempre gli stessi. Sono spaventose le cifre dell’ultimo rapporto Oxfam sulle disuguaglianze, presentato in occasione del World Economic Forum di Davos. Negli ultimi dieci anni i miliardari hanno raddoppiato le loro ricchezze, complici anche la pandemia da Covid e lo scoppio della guerra in Ucraina.  Tra dicembre 2019 e novembre 2021, l’un per cento più ricco ha accresciuto la propria fortuna quasi del doppio rispetto a quanto è andato al restante 99%. Per dirla in soldoni, dal 2020 la ricchezza dei miliardari è cresciuta al ritmo di 2,7 miliardi di dollari al giorno. Un esempio: lo scorso anno 95 big company nel settore del cibo e in quello dell’energia hanno raddoppiato le entrate, ma l’84% di questi extraprofitti è rimasto nelle tasche degli azionisti. I numeri in esame non risparmiano nessun Paese, ma a farne le spese sono soprattutto gli abitanti delle aree già storicamente più povere e disagiate. A livello globale tra 702 e 828 milioni di persone hanno sofferto la fame nel 2021, quasi una persona su 10. L’inflazione crescente ha superato l’aumento dei salari e la situazione peggiorerà anche a causa della diminuzione della spesa pubblica da parte dei tre quarti dei governi mondiali.  Per approfondire collettiva.it.

La crisi climatica non si arresta

E, a proposito di disuguaglianze, Oxfam ci ricorda anche che la crisi climatica non si arresta. La casa continua a bruciare. Potrete anche sollevare di peso Greta Thunberg e cancellare la protesta, ma la questione ambientale non solo resterà esattamente com’è, ma continuerà a crescere. La giovane attivista manifestava in Germania a Lützerath, un piccolo villaggio oggi abbandonato, ormai divenuto simbolo internazionale della battaglia ambientalista in difesa del clima e contro l’utilizzo dei combustibili fossili. Dopo aver ottenuto permessi governativi, il gigante energetico tedesco vuole procedere proprio qui alla bonifica dei terreni per espandere la vicina miniera di carbone di Garzweiler: lo scopo è estrarre 280 milioni di tonnellate di lignite entro il 2030. La casa brucia e c’è chi ha deciso di sprangare porte e finestre. 

Benzina sul fuoco 

Il governo, ancora alle prese con il caro carburante, fa il gioco delle tre carte e fare un pieno diventa sempre più proibitivo per le tasche degli italiani. Il sassolino del direttore di Collettiva, Stefano Milani.

“Nel mezzo della pompa di benzina / mi ritrovai con la spia accesa / che vidi il prezzo e imprecai la madonnina”. Dante il Sommo, per molti il Camerata, oggi impelagato nel girone infernale dei dannati dal pieno di diesel. La solita commedia finita in tragedia in perfetto stil novo italiano. Dove le promesse elettorali restano tali visto il contesto internazionale che si è venuto a determinare come se fosse Antani, con scappellamento rigorosamente a destra. Chi di accise ferisce, di accise perisce. È la dura legge del contrappasso. E dei social. Che non dimenticano quando l’impavida Giorgia dall’opposizione inveiva contro il governo-pappone e oggi da premier chiede: “Acqua e olio, tutto bene?”. Conflitto in Abissinia, alluvione di Firenze, ricostruzione post Vajont o dopo i terremoti in Irpinia, Belice, Friuli. Probabilmente pure qualche guerra Punica. Al governo serve uno storico bravo più che un ministro dell’Economia.

Lavorare meno, lavorare meglio

Al congresso della Cgil di Torino Maurizio Landini rilancia il tema della settimana corta, la settimana lavorativa di quattro giorni. "Da un punto di vista strategico – ha detto il leader del Quadrato rosso - questo deve diventare uno degli obiettivi del sindacato italiano e non solo". In Inghilterra molti analisti dicono che i risultati dei primi esperimenti di settimana corta hanno funzionato. Un tema rivoluzionario dche sarà al centro del congresso nazionale della Cgil previsto a Rimini dal 15 al 18 marzo prossimo.

Sono 50 i morti sul lavoro nel 2023

È morto travolto da un cumulo di materiale di scavo, dopo essere probabilmente rimasto agganciato a un nastro trasportatore. La vittima dell’ennesimo incidente sul lavoro si chiamava Andrei, aveva 31 anni ed era un operaio di nazionalità moldava. Lascia la moglie e una bambina di cinque anni. Il decesso a Lovadina di Spresiano, in provincia di Treviso, all’interno dell’azienda Mosole, che opera nel campo delle attività estrattive. Sono stati più di mille i morti sul lavoro nel 2022, sono già quasi 50 quelli in questo primo scampolo del 2023.

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