Al lavoro nel supermercato di via Carducci a Bergamo per la vecchia gestione Auchan, ma rimasti esclusi dalla nuova direzione di Conad: era accaduto due anni fa a una ventina di lavoratori che avevano perduto il loro posto durante il passaggio al nuovo gestore, anche a seguito di un accordo sindacale che la Filcams Cgil, però, non aveva firmato.

Ora, per quattro di loro che avevano scelto di presentare ricorso è arrivata un’importante vittoria. L’8 novembre e il 6 dicembre scorsi, infatti, si sono svolte presso il Tribunale di Bergamo le udienze conclusive dei giudizi di primo grado di due cause promosse dalla Filcams Cgil Bergamo in collaborazione con l’Ufficio Vertenze Cgil, e con l’assistenza legale dell’avvocato Andrea Sterli.

“Il Tribunale di Bergamo, accogliendo integralmente i ricorsi dei quattro lavoratori che si erano rivolti a noi per impugnare la loro mancata ricollocazione, ha sancito l'illegittimità della scelta aziendale praticata in sede di accordo sindacale che noi non avevamo sottoscritto, riconoscendo agli esclusi il diritto all'immediato reintegro sul posto di lavoro. Siamo dunque pienamente soddisfatti” ha spiegato Nicholas Pezzè, segretario generale della Filcams Cgil provinciale.

Il Tribunale di Bergamo ha, inoltre, disposto il pagamento delle retribuzioni arretrate a decorrere dal primo settembre 2020 e fino a oggi. “Queste sentenze dimostrano che la scelta di Conad è stata totalmente discriminatoria e irriconoscente verso chi ha dedicato parte della propria vita lavorativa a quel punto vendita. Auspichiamo pertanto che la ricollocazione avvenga a breve per permettere a questi quattro lavoratori di riprendersi un posto di lavoro che è stato loro negato in questi due anni”, conclude Pezzè.

Ricordiamo che tra l’agosto e il settembre di due anni fa si era tenuta una trattativa per il trasferimento al Gruppo Conad dei circa 150 dipendenti impiegati all'epoca all'interno del punto vendita Auchan. Un’intesa tra le parti, che aveva visto la ferma opposizione della Cgil, alla fine aveva previsto che solo una parte dei lavoratori e delle lavoratrici passasse al nuovo gestore.