Trovata la soluzione al vecchio problema del depuratore del distretto conciario di Solofra: un sistema di biofiltraggio cancellerà le emissioni. Un obiettivo oggi a portata di mano grazie anche a un sindacato volitivo nel coinvolgere davvero tutti gli attori del territorio: dagli enti territoriali alle categorie di imprenditori, dalla Stazione Sperimentale Pelli alle associazioni ambientaliste fino alle istituzioni regionali che hanno creduto nel progetto tanto da investire un milione e quattrocentomila euro per mettere a norma l’impianto.

La chiusura del ciclo

Il piano prevede la copertura delle vasche del depuratore di Solofra. Le emissioni non saranno più disperse nell'aria ma convogliate in biofiltri. Si tratta di un apparato che impiegando biomasse, compost e legno riciclato, è in grado di creare un habitat in cui proliferano batteri naturali capaci di nutrirsi delle sostanze inquinanti, neutralizzandole, metabolizzandole, trasformadole in fertilizzanti utili per il ciclo dell'azoto, prodotti divenuti più rari e costosi dall'invasione russa dell'Ucraina. A realizzare i biofiltri sarà il Centro Diagnostico Baronia, azienda con sede nello stesso distretto industriale.

Il riutilizzo dei fanghi

Il tavolo distrettuale, dopo il parere favorevole della Regione Campania, intende affidare alla Stazione Sperimentale Pelli la ricerca sul trattamento e utilizzo dei fanghi industriali. Il Ssip è l'organismo di ricerca nazionale istituito nel 1885 che si occupa di sviluppo, formazione, certificazioni, analisi, controlli e consulenza per il settore. Oggi è possibile superare lo smaltimento dei fanghi per ricavarne, in base alla tipologia, compost o risorsa per il rigassificatore. Si punta ad applicare sul territorio le migliori pratiche conosciute.

Terzo distretto conciario d'Italia

Il polo di Solofra è specializzato nella concia delle pelli, soprattutto caprine e ovine, da oltre cinque secoli. La produzione di capi di abbigliamento, accessori di pelletteria e calzature copre oltre un terzo del totale nazionale con 150 aziende che operano su un’area di 115km quadrati in provincia di Avellino. Da qualche anno l'accesso a finanziamenti per riqualificare e riconvertire i poli industriali, insieme alla costituzione di marchi di eco-compatibilità, ha incentivato la partecipazione di imprese ed enti locali a una serie di azioni per limitare l'impronta ambientale.

La sostenibilità crea economia

L’obiettivo comune – per aziende e per il sindacato – è sfruttare questi miglioramenti per creare nuova ricchezza per il territorio. L'intero processo di innovazione necessiterà di nuove figure professionali da impiegare. Da definire, anche in base alle necessità delle imprese, tirocini formativi anche per profili professionali in via di estinzione nel ciclo della produzione. Un processo necessario per fornire le necessarie risposte sotto il profilo occupazionale per giovani, lavoratori in cassa integrazione o percettori del reddito di cittadinanza.