Aumenta la precarietà con il boom degli scoraggiati sul lavoro. È il quadro che emerge dai dati regionali Inps dell’Osservatorio sul precariato e Istat sulle forze lavoro del secondo trimestre 2022 nelle Marche. Dati elaborati dall’Ires Cgil. Nei primi sei mesi del 2022, le aziende marchigiane registrano 124.306 assunzioni, il 21,3% in più rispetto allo stesso periodo 2021 (+22 mila circa) e al contempo l’8,6% in più rispetto al 2019.

Nello stesso periodo, le cessazioni dei rapporti di lavoro sono state 84.415 con un incremento del 31,7% rispetto al 2021 e del 4,9% rispetto al 2019. Il saldo assunzioni – cessazioni è positivo nel complesso (+35.891) e per le singole tipologie contrattuali, a eccezione dei contratti a tempo indeterminato.

Sulle nuove assunzioni, quelle a tempo indeterminato sono una quota ridotta (12,1%); la tipologia più presente è il contratto a termine (35,8%), seguita dall’intermittente (17,4%). Nelle Marche, la quota di contratti a tempo indeterminato sul totale di quelli attivati è nettamente sotto la media del Paese: la Regione è quartultima. Anche l’incidenza dei contratti a termine sul totale è inferiore alla media nazionale (35,8% contro 41,5%). In riferimento alle attivazioni di contratti di somministrazione, il valore regionale è superiore alla media nazionale (14,6% contro 13,1%). Inoltre, la Regione risulta essere la prima in Italia per la più alta incidenza dei contratti intermittenti (17,4% contro la media nazionale dell'8,8%).

Osservando i motivi delle cessazioni, la maggior parte (54,3%) riguarda la fine del contratto. Tuttavia, si registra un aumento rilevante delle dimissioni sia rispetto allo stesso periodo del 2021 (+29,1%) che soprattutto del 2019 (+42,2%). Al contempo aumenta anche il loro peso: se nei primi sei mesi del 2019 le dimissioni rappresentavano il 22,9% del totale delle cessazioni, nel 2022 la quota sale al 31%.

Nel secondo trimestre 2022, gli occupati nelle Marche sono 640 mila. Rispetto al II trimestre del 2021, aumentano di 20 mila unità (+3,3%), di cui +7 mila autonomi e +13 mila dipendenti. Cresce il tasso di occupazione, In modo più marcato nell’agricoltura (+28,1%) e nelle costruzioni (+27,8%), mentre le altre attività dei servizi segnano un calo del 3,9%. Rispetto allo stesso periodo del 2021 scende il tasso di disoccupazione (5,2%): i disoccupati diminuiscono di 15 mila unità (-30,1%), in particolare risulta significativo il calo delle disoccupate (- 10 mila unità).

Il tasso d'inattività si attesta al 29,5%. Gli inattivi in età da lavoro sono 273 mila, per la maggior parte donne (61,3%), e anch’essi osservano una diminuzione generale del 2,9% rispetto al II trimestre 2021. Ma la contrazione è ascrivibile alle sole forze di lavoro potenziali (- 18 mila unità), mentre si registra un aumento di 10 mila inattivi che non cercano e non sono disponibili a lavorare, che risulta più marcato rispetto al Centro e all’Italia nel complesso.

Secondo Rossella Marinucci, della Cgil Marche, “questi dati confermano che il mercato del lavoro delle Marche è caratterizzato da rapporti di lavoro precari e di breve durata, tali da nascondere anche evasione contributiva e contrattuale. Va ricercata la piena e buona occupazione e per realizzare questo obiettivo chiediamo alla Regione di destinare tutte le risorse. Troppi lavoratori sono in sofferenza da tempo: i contratti sono sempre più precari e senza diritti, le retribuzioni troppo basse. Sono questi i motivi per cui si fugge dal lavoro”.