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La lotta paga

Wärtsilä, grazie alla mobilitazione primo stop alla multinazionale

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La soddisfazione di Fim, Fiom e Uilm dopo la decisione del governo di modificare la legge sulle delocalizzazioni che contata la volontà del gruppo di dismettere la produzione nel sito di Trieste. Tempi della procedura allungati da 30 a 120 giorni. Convocate assemblee a fine settembre

La modifica alla legge sulle delocalizzazioni decisa venerdì dal governo è un primo importante risultato della mobilitazione dei lavoratori del gruppo Wärtsilä che contrasta la volontà della multinazionale di dismettere la produzione nel sito di Trieste e licenziare centinaia e centinaia di lavoratori diretti e degli appalti. Si tratta di un intervento governativo, sollecitato con forza da Fim, Fiom, Uilm, che rappresenta una vera e propria boccata di ossigeno per i lavoratori.

"Aver allungato i tempi della procedura da 30 a 120 giorni - scrivono i metalmeccanici - allontana i licenziamenti e consente al sindacato e alle Rsu di ricercare le migliori soluzioni volte a garantire la continuità produttiva e occupazionale dello stabilimento triestino e dell'intero gruppo in Italia. Mantenendo fermi questi obiettivi, nel continuare ad alimentare il presidio ai cancelli dello stabilimento, occorre, con il coinvolgimento dei lavoratori e delle lavoratrici, promuovere azioni per respingere al mittente i licenziamenti e quel progetto di dismissione della produzione dei motori marini e civili che la multinazionale Wärtsilä vorrebbe mitigare con velleitarie proposte di reindustrializzazione: se Wärtsilä non intende più rimanere a Trieste si faccia da parte, ma non ostacoli con veti inaccettabili la continuità produttiva di motori che caratterizza e qualifica da sempre lo stabilimento di Trieste.

Una continuità produttiva, quella dei motori, che può garantire anche per il futuro tutti gli occupati, anche di chi oggi non è ricompreso nei licenziamenti e che Wärtsilä con promesse da marinaio dichiara di voler tutelare. Allo stesso tempo occorre utilizzare il tempo guadagnato per incalzare il governo e i ministeri competenti affinché si attivino per ricercare aziende e gruppi, privati e pubblici, pronti a subentrare nella gestione dello stabilimento alla multinazionale Wärtsilä e mettere per questa via in sicurezza quel patrimonio industriale e professionale rappresentato dai lavoratori e dalle lavoratrici. In questo senso la vertenza Wärtsilä va considerata un banco di prova, per il governo e per la stessa regione Friuli Venezia Giulia, per preservare l'industria, salvaguardare la filiera della cantieristica navale nel paese, impedire i licenziamenti e lo scempio che Wärtsilä vorrebbe infliggere a tutto il territorio triestino.

Per tutte queste ragioni, per discutere dello stato della vertenza e assumere le necessarie decisioni, saranno convocate assemblee in tutti i siti entro l'ultima settimana di settembre. Le assemblee saranno anche l'occasione per dare contro dei ricorsi legali già presentati in tribunale contro la multinazionale".