“La lettura del Rapporto annuale delle attività di tutela e vigilanza dell'Ispettorato nazionale di lavoro nell'anno 2021 evidenzia per le Marche dati molto preoccupanti”. A dirlo è la Cgil regionale, evidenziando che il tasso d'irregolarità nelle Marche è pari all'83,4%, in assoluto la quota più alta rispetto a tutte le altre regioni italiane.

Le percentuali sono ancora più alte in specifici settori: 90,8% nelle costruzioni e 92,6% nei servizi di supporto alle imprese. Nel settore delle cooperative di lavoro, in particolare, emerge un tasso d'irregolarità pari all'83%, con una quota di lavoratori in nero o irregolari pari al 10,7%.

“Numeri disarmanti – commenta il segretario generale Cgil Marche Giuseppe Santarelli – che confermano quanto denunciamo da tempo: nessuno strumento sarà di per sé risolutore (ad esempio il salario minimo) e nessuna ulteriore semplificazione burocratica migliorerà la vita alle imprese se non si assume, prioritariamente e in modo strutturato, la decisione di contrastare ogni forma d'illegalità e di sfruttamento nel mondo del lavoro, a partire dal rafforzamento dell'attività ispettiva”.

A proposito di questo, gli accertamenti svolti dall'Ispettorato nelle Marche sono stati 702: le violazioni accertate si riferiscono a 4.528 lavoratori, di cui 665 completamente in nero e 223 soggetti a sfruttamento o caporalato. Ben 1.490 i lavoratori coinvolti da fenomeni d'interposizione illecita di manodopera. Infine, 999 le violazioni sull'orario di lavoro e 1.172 le violazioni in materia di salute e sicurezza.