“Si è tenuto oggi l’incontro su Qf in Regione Toscana, alla presenza del presidente, Eugenio Giani, il consigliere regionale, Valerio Fabiani, l’assessora regionale Nardini, il sindaco della Città metropolitana di Firenze, Dario Nardella, il sindaco di Campi Bisenzio, Emiliano Fossi, la Rsu Fiom, sindacali e azienda. Formalmente, siamo stati convocati dalla Giunta per la presentazione degli investitori e di un esponente legale di quest’ultimi. Di fatto, al tavolo negoziale, si è seduto un professionista rappresentante solo il progetto, il quale ha riferito che gli investitori, che insieme a Borgomeo dovrebbero mettere in atto la reindustrializzazione, sono a perfezionare gli accordi fra loro". Lo dichiarano in una nota congiunta Simone Marinelli, coordinatore nazionale automotive per la Fiom Cgil e Stefano Angelini, Fiom di Firenze.

"L’eventuale closing è previsto entro luglio dall’accordo quadro firmato il 19 gennaio scorso. Noi eravamo arrivati al tavolo per comprendere ulteriori dettagli della reindustrializzazione e della messa a terra del piano anche attraverso la presenza degli investitori. Tuttavia, la discussione è stata analoga a quelle precedenti. Per l’ennesima volta, ci siamo trovati a un incontro a ridosso della scadenza della proroga di cassa integrazione, spostando quindi l’attenzione del tavolo verso questa emergenza, invece che verso il focus principale: il progetto di deindustrializzazione", proseguono i due dirigenti sindacali.

"Chiediamo che la Regione Toscana giochi un ruolo più prominente e che pretenda maggiore concretezza del progetto proposto da Borgomeo attraverso una certificazione dei soggetti, la loro entrata all’interno del progetto. Fondamentale in questa fase è che il Mise torni a rivestire il ruolo di garante del percorso stabilito nell'accordo quadro del 19 gennaio. Inoltre, riteniamo necessario approfondire il loro ruolo all’interno dell’azienda e le azioni che intendono intraprendere da qui alle prossime settimane”, concludono i due esponenti delle 'tute blu' della Cgil.