“I limiti che emergono nella Relazione 2021, curata dal Cnel, sui livelli e la qualità dei servizi offerti dalle Pubbliche Amministrazioni alle imprese e ai cittadini sono purtroppo il frutto di scelte scellerate che hanno caratterizzato le manovre economiche degli ultimi anni”. Lo afferma la segretaria confederale della Cgil, Tania Scacchetti.

“Le riforme fatte finora - sottolinea la dirigente sindacale - non hanno funzionato sufficientemente per un'impostazione ‘esclusivamente normativa’ delle stesse, ma soprattutto perché realizzate sempre nell'ottica dei tagli alla spesa, senza un reale investimento. Se si pensa solo al personale: blocco del turn over, blocco dei contratti e della contrattazione integrativa, taglio della spesa sulla formazione”. “Il risultato - prosegue - è stato una radicale riduzione del numero dei dipendenti soprattutto su funzioni fondamentali, un'età media elevatissima, l'assenza nei fatti di percorsi di riqualificazione e di aggiornamento interni, una scarsa appetibilità dell'impiego pubblico per chi possiede elevate professionalità. La centralità del personale, come condiviso nel protocollo sottoscritto lo scorso anno, è indubbiamente strategica per il rilancio dell'efficacia dell'intervento pubblico”.

Secondo la segretaria confederale “per garantire gli obiettivi di rafforzamento della capacità amministrativa, nonché di valorizzazione del personale occorre in particolare: fornire innanzitutto occupazione stabile superando il precariato strutturale ancora troppo presente, attrarre nuove ed elevate professionalità e valorizzare quelle interne (la stagione contrattuale in corso attraverso la riscrittura degli ordinamenti professionali può rappresentare un'occasione straordinaria) superare i troppi vincoli che gravano sulle capacità assunzionali favorendo quelle Amministrazioni che hanno più difficoltà”. 

“Purtroppo - aggiunge Scacchetti - sul versante delle politiche occupazionali, vediamo il rischio di un forte rallentamento delle procedure assunzionali, nonostante le norme finora approvate, nonché la tendenza a concentrarsi soprattutto su assunzioni a termine che non possono risolvere i limiti strutturali segnalati anche dal Rapporto. Come è emerso anche nel corso del dibattito, appare pericoloso come, dopo questi anni di emergenza pandemica, la previsione delle nuove assunzioni in sanità continuino ad essere al di sotto delle necessità”. 

Inoltre, a preoccupare la segretaria confederale è lo stato delle trattative: “A fronte della chiusura del Ccnl delle funzioni centrali, gli altri ccnl non vedono ancora la chiusura a causa del mancato stanziamento delle risorse necessarie per la valorizzazione professionale necessaria per qualificare l'apporto del lavoro pubblico nei diversi contesti a garanzia di servizi essenziali”. 

"Infine, condividiamo la necessità di concentrarsi su interventi che guardino innanzitutto ai soggetti più deboli della società, che puntino a superare le enormi disuguaglianze che si sono generate negli ultimi anni: ciò - conclude Scacchetti - non può che passare da un investimento straordinario sui settori pubblici invertendo la tendenza che si è registrata negli scorsi anni”.