Dopo ben tre anni dal primo incontro presso l’Aran si è sottoscritta oggi l’ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro, per le lavoratrici e i lavoratori del comparto della Presidenza del consiglio dei ministri per il triennio 2016-2018. "Ora si arrivi presto alla stipula definitiva per poter successivamente avviare la stagione contrattuale 2019-2021”. Lo afferma la Fp Cgil, ricordando come l’ipotesi di intesa interessi circa 2.700 lavoratrici e lavoratori e preveda un aumento medio mensile pari a 126 euro.

Il sindacato ripercorrere quindi le fasi del confronto: “Che la trattativa non sarebbe stata semplice e veloce – afferma la Fp Cgil – lo si capì immediatamente già nell’incontro di avvio del 17 aprile 2019, quando un gruppo di organizzazioni sindacali, autonome e di base, dichiararono di non voler avviare il negoziato se la parte datoriale (la Presidenza) non avesse modificato il suo atto di indirizzo (come se qualcuno avesse chiesto loro di modificare la propria piattaforma) e non riconoscendo l’Aran quale interlocutore (come se qualcuno potesse decidere chi deve trattare in rappresentanza anche di quegli stessi sindacati)".

"Tanto fu - prosegue la sigla - che la trattativa è stata di fatto bloccata da queste posizioni che, prima ancora di capirne la strumentalità o meno, dimostrano quanto meno una scarsa conoscenza delle regole contrattuali definite per legge, se non una malcelata volontà ostruzionistica. Infatti, si poté cominciare ad entrare nel merito degli istituti contrattuali soltanto con l’incontro del 9 luglio 2020, grazie all’azione dei sindacati confederali Fp Cgil, Cisl Fp e Uilpa, e a un primo sgretolamento dell’originario fronte autonomo e di base. Il negoziato si è concluso dopo continui stop and go il 13 gennaio 2021, quando le categorie di Cgil, Cisl e Uil, con Usb e Flp, dichiararono la propria disponibilità a sottoscrivere l’intesa e, quindi, permettere l’invio agli organi di controllo per il preliminare via libera alla stipula definitiva. Ma la contrarietà di Snaprecom, Sipre e Ugl, non hanno permesso di raggiungere (per pochi decimali) il quorum del 51% imposto dalla legge”.

Si arriva quindi all'accordo di oggi. “Forse si deve alla scadenza elettorale per il rinnovo delle Rsu – osserva la Fp Cgil – il sostanziale ripensamento dei tre sindacati autonomi che ci ha portato oggi finalmente alla sigla dell’ipotesi di accordo, dal momento che le poche e inconsistenti modifiche introdotte al testo del 13 gennaio 2021 sono davvero irrilevanti sul piano dei contenuti, eccezion fatta per la riduzione di un’ora di permesso retribuito per motivi personali e di un’ora di permesso retribuito per visite mediche, esami diagnostici e terapie. Modifiche che solitamente ci si aspetta vengano chieste dalla controparte datoriale e non da chi rappresenta gli interessi dei lavoratori. Ad ogni modo – aggiunge -, riteniamo che l’epilogo di oggi sia il giusto riconoscimento del lavoro fatto, da tutti nessuno escluso, per dare dopo 13 anni di blocco (in parte dovuti alle volontà dei governi e, per l’ultimo triennio, alla volontà anche di amministrazione e parte della rappresentanza sindacale) finalmente il contratto anche ai lavoratori della presidenza del Consiglio, come già da quattro anni hanno potuto avere tutti gli altri lavoratori pubblici”.

“Ora ci aspettiamo che gli organi di controllo non impieghino lo stesso tempo che hanno impiegato per validare il ccnl della dirigenza, arrivato alla stipula definitiva dopo un anno esatto dalla sigla dell’ipotesi di accordo solo pochi giorni fa. Per evitare che i lavoratori di Pcm sommino un ritardo su tutti gli altri comparti di due tornate contrattuali. Infatti, per Funzioni Centrali e comparto sicurezza il via libera alla firma definitiva del contratto 20192021 è già arrivato e nei prossimi mesi si potrà cominciare a parlare già del ccnl 2022-2024, mentre per la Presidenza abbiamo appena messo il primo mattone all’iter finale per il ccnl 2016-2018. La Fp Cgil continuerà a fare la sua parte coinvolgendo le lavoratrici e i lavoratori con le rinnovate Rsu, per avviare fin da subito la stagione contrattuale 2019-2021”, conclude.