Presidio oggi (venerdì 25 marzo) a Roma, sotto al ministero della Transizione ecologica, delle lavoratrici e dei lavoratori del contact center Gse attualmente gestito da Almaviva Contact. Circa 73 persone rischiano il proprio posto di lavoro con il nuovo bando di gara che prevede 20 milioni in meno di budget.

“Questa vertenza – spiegano Christian De Nicola (segretario Fiom Cgil Roma EVA) e Valentina Orazzini (coordinatrice nazionale Almaviva Fiom Cgil) – deve essere risolta con l’internalizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori che gestiscono queste attività da 15 anni. Con la loro stabilità Gse risparmierebbe risorse economiche e acquisirebbe competenze specializzate anche in vista dell’aumento delle attività che deriveranno dalla transizione energetica ormai non più rinviabile”.

Una delegazione è stata ricevuta dai funzionari del ministero, che hanno comunicato “la totale chiusura di Gse a voler trovare una soluzione di stabilità per le lavoratrici e i lavoratori”. Per la Fiom Cgil “è inaccettabile che un ente controllato pubblico possa operare senza indirizzi politici da parte dei ministeri competenti e che non risponda delle ricadute sociali della propria gestione, a maggior motivo perché l’internalizzazione metterebbe in salvo le persone che lavorano sulla commessa e farebbe risparmiare Gse”.

La nota sindacale così conclude: “Al contrario i licenziamenti, che temiamo in considerazione dei tagli nel bando di gara, ricadranno sulla collettività. Le lavoratrici e i lavoratori Gse continueranno a far sentire la loro voce forti della convinzione che il rispetto del lavoro non possa essere una clausola derogabile nella gestione dei servizi, a maggior motivo se pubblici”.