È successo di nuovo. Sindacato nel mirino dei no vax. Dall'assalto alla sede nazionale della Cgil, lo scorso 9 ottobre a Roma, non si contano gli episodi nei quali le sedi della confederazione sono state fatte oggetto di atti di vandalismo o sono state imbrattate, nella notte, con scritte ingiuriose. Questa volta è accaduto a Reggio Emilia dove, di prima mattina, sui muri e sui vetri degli uffici di alcune sedi di Cgil, Cisl e Uil sono comparsi manifesti e volantini "No wax, all'attacco del green pass e contro la dittatura sanitaria" dei sindacati. A firmarli la sedicente "V_V 'Forza di lotta non violenta per la libertà e i diritti umani', che accusa i leader delle confederazioni di nazismo.

Sotto le foto di Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri, con una svastica sulla fronte, la stessa dicitura riportata come in un fumetto accanto al logo del movimento, una W cerchiata di rosso: "sono un nazista e voglio imporre una dittatura nazi-sanitaria". Diverso lo slogan usato per Maurizio Landini: "sono un bugiardo nazista e sostengo la dittatura nazi-sanitaria".

E ancora, in un falso manifesto unitario a favore della pace in Ucraina, si legge che i sindacati confederali si sono schierati a favore del mantenimento del green pass obbligatorio: "servi Kapò di un regime nazi-sanitario", è lo slogan delirante che appare sui manifesti.

"Sono moltissimi i messaggi di solidarietà, anche da altre regioni italiane, che stanno giungendo in queste ore alle sedi attaccate - si legge nella notizia pubblicata su www.cgilreggioemilia.it -. Nella notte un sedicente movimento estremista, del quale si omette il nome, che opera contro il green pass e contesta l’operato del governo sull’emergenza ucraina, ha tappezzato di simboli, ingiurie e manifesti gli ingressi di Cgil, Cisl e Uil. I sindacati reggiani sono accusati di essersi spesi in tale direzione. Dinnanzi alle sedi sindacali reggiane, pure le foto dei tre segretari nazionali, Sbarra, Landini, Bombardieri, con la svastica sul viso e un delirante messaggio a tema".

“Sono gravi, inquietanti e insensate le scritte apparse stamattina sulle porte di ingresso delle sedi sindacali della Cgil, della Cisl e della Uil a Reggio Emilia”. È quanto sottolineano, unitariamente, le segreterie confederali nazionali. “Confidiamo nel lavoro delle autorità giudiziarie per fare piena luce su questo episodio e per individuare i responsabili di questo ennesimo vile attacco ingiurioso. Cgil, Cisl e Uil proseguiranno sulla propria linea responsabile a sostegno della campagna vaccinale e del diritto alla sicurezza e alla salute per tutte le lavoratrici, i lavoratori e cittadini italiani. Cgil, Cisl, Uil non si faranno intimidire da chiunque voglia colpire il ruolo libero e autonomo del sindacato in questa fase difficile della storia del nostro Paese”.

“Spiace rilevare – osservano i segretari di Cgil Reggio Emilia, Cisl Emilia Centrale e Uil Modena e Reggio Cristian Sesena, Rosamaria Papaleo e Luigi Tollari – che questi sedicenti movimenti operino con lo stesso schema di forze eversive che credevamo di avere sconfitto per sempre. In questi giorni così drammatici osserviamo, pure, una inquietante fenomenologia di persone che prima contestavano vaccini e green pass e, ora, in una contronarrazione farneticante, si rivelano a favore della efferata aggressione all’Ucraina. Questi movimenti – proseguono i sindacati – appongono scritte sui muri nella notte, esprimono violenza nei loro messaggi, ripropongono simboli nazifascisti: uno schema che rigettiamo appieno e rimanda a tempi bui. Se, infatti, la libertà di pensiero è un diritto tutelato dalla Costituzione, così non è per l’ingiuria, l’offesa e l’utilizzo di simboli nazifascisti che, invece, sono vietati dalla Costituzione stessa. La sovranità del popolo è esercitata, nelle forme e nei limiti della carta costituzionale, e i diritti dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove svolge la sua personalità, sono garantiti dalla Repubblica. Continueremo – concludono Sesena, Papaleo e Tollari – a spenderci per la tutela dei lavoratori, nel contrasto alla pandemia e nel sostegno al popolo ucraino”.