350 somministrati dei call center Apple, impiegati a Roma e Taranto, rischiano di rimanere a casa entro fine mese, dopo la decisione della multinazionale di chiudere le commesse con Teleperformance in Italia. Per questo, Nidil Cgil, Felsa Cisl e Uiltemp hanno proclamato lo stato di agitazione e indetto una giornata di mobilitazione nazionale il 16 marzo. Da oltre dieci anni questi lavoratori assicurano con le loro prestazioni i servizi qualificati di Apple, ma inspiegabilmente il colosso americano ha deciso di azzerare la commessa in Italia e, a quanto risulta, di spostarla a un’azienda in Romania.

Lo scorso 2 marzo le organizzazioni sindacali e le Rsa dei lavoratori di Manpower, Adecco, GiGroup e Ranstad, in missione presso Teleperformance, si sono incontrate per valutare la comunicazione delle agenzie di interrompere le attività dei 166 somministrati di Roma a partire dal 31 marzo. Una comunicazione che è seguita a quanto già avvenuto nel sito di Taranto, dove oltre 50 addetti sono stati lasciati a casa a dicembre scorso e altri 50 attendono la scadenza entro aprile 2022. “L’assemblea dei lavoratori in somministrazione ha rigettato l’ipotesi di chiusura - spiegano i sindacati in una nota - e ha evidenziato come in questi anni abbiano acquisito una specifica professionalità sul servizio, assicurando elementi di crescita costante della redditività della commessa Apple, con elevati livelli di soddisfazione del cliente”.

L’assemblea dei lavoratori ha quindi chiesto a Teleperformance l’apertura di uno stato di crisi occupazionale che consenta l’utilizzo degli ammortizzatori sociali e un confronto sulle prospettive per tutti i lavoratori coinvolti, diretti e somministrati. Inoltre, secondo i sindacati Apple dovrebbe spiegare in maniera trasparente quali sono i motivi della chiusura della commessa in Italia, se ce ne sono, e come, dove e con chi assicurerà il servizio. Lavoratori e sindacati chiedono al ministero dello Sviluppo economico di farsi parte attiva nella gestione della crisi che coinvolge complessivamente oltre 350 addetti e alle agenzie un incontro urgente sulle prospettive occupazionali.

“Nel sostenere le rivendicazioni ci adopereremo per chiedere gli incontri necessari ai soggetti datoriali e istituzionali coinvolti – concludono Nidil Cgil, Felsa Cisl e Uiltemp -, eventualmente anche attraverso il coinvolgimento delle confederazioni nazionali, per sviluppare un confronto che tenga conto delle legittime aspettative di tutti i lavoratori sulla continuità occupazionale”.