Blocco per due settimane della riapertura della procedura di licenziamento da parte della Gkn di Campi Bisenzio (Firenze). Questo l’annuncio del governo (rappresentato dalla viceministra allo Sviluppo economico Alessandra Todde) all’incontro che si è concluso nella tarda serata di ieri (giovedì 2 dicembre) al Mise, cui hanno partecipato i sindacati, il coordinatore della struttura per le crisi Luca Annibaletti e il dirigente Invitalia Roberto Rizzardo.

“Un incontro utile”, commentano Silvia Spera (Area Politiche industriali per la Cgil nazionale), Michele De Palma (segretario nazionale Fiom Cgil e responsabile automotive) e Daniele Calosi (segretario generale Fiom Cgil Firenze, Prato e Pistoia), rilevando però che “sono necessari elementi di chiarimento sul percorso per la continuità occupazionale delle lavoratrici e dei lavoratori dello stabilimento”.

Attualmente sono 390 i dipendenti della Gkn, cui si aggiungono i lavoratori degli appalti, a cui dovrà essere garantita la continuità occupazionale. L'advisor incaricato da Gkn si è detto disponibile a trovare i soggetti industriali interessati, confermando il percorso di reindustrializzazione. “Al momento – spiegano gli esponenti sindacali – hanno manifestato interesse due aziende, che però non si occupano di automotive: una per produrre macchinari per l’industria farmaceutica, l’altra per produrre componenti per le energie rinnovabili”. La viceministra Todde ha confermato il sostegno del progetto da parte di Invitalia nel momento della definizione del soggetto industriale che rilancerà lo stabilimento.

“È grazie alla grande determinazione delle lavoratrici e dei lavoratori e alle iniziative legali delle organizzazioni sindacali se abbiamo guadagnato tempo”, rilevano Spera, De Palma e Calosi, avvertendo che “questo tempo però non va sprecato, di fronte alla decisione irrevocabile della Gkn di chiudere lo stabilimento di Campi Bisenzio”. Cgil e Fiom ribadiscono di “non essere disponibili a firmare cambiali in bianco. È necessario avere la garanzia sulla cassa integrazione per transizione in questa fase con il coinvolgimento del ministero del Lavoro. Occorre non solo il monitoraggio, ma una verifica attiva sulle manifestazioni di interesse, vista l'unicità e l'eccezionalità della situazione in cui ci troviamo”.

Spera, De Palma e Calosi evidenziano la necessità di “elementi di garanzia e di trasparenza per consentire il traghettamento degli impianti e dello stabilimento da Gkn al nuovo soggetto industriale, con la riassunzione di tutti i lavoratori e con le tutele contrattuali e salariali”. Per i tre dirigenti sindacali “il ministero è in debito con il territorio fiorentino per 1660 motivi: tanti sono i metalmeccanici che dal 2004 a oggi sono stati coinvolti in vertenze tese alla reindustrializzazione che non hanno avuto seguito e in cui il Mise non ha svolto un ruolo”.

Cgil e Fiom, in conclusione, chiedono “di arrivare a un'intesa per il rilancio industriale dello stabilimento di Campi Bisenzio, ma serve un'assunzione di responsabilità da parte di tutti i soggetti coinvolti. Chiediamo al governo e al Mise garanzie, anche dirette di Invitalia, per assicurare il percorso”.