Gestiti da un algoritmo, senza nessuna tutela, senza ferie né permessi, malattia né contributi. E con paghe da fame che rischiano di non coprire nemmeno le spese del carburante: questa è la vita dei rider, uno dei frammenti più fragili del mercato del lavoro nel nostro Paese. Alcuni di loro, però, hanno deciso di reagire: i rider Glovo di Ladispoli proclamano lo stato di agitazione con sciopero venerdì 22 ottobre per l'intero turno. Nel comune laziale non sono previste consegne.

Come si è arrivati alla protesta? Il Nidil Cgil di Ladispoli spiega in una nota "Da mesi ormai la politica di Glovo è incentrata sulle mancate risposte alle nostre richieste e sulla costante diminuzione delle paghe". Con l'ultimo ritocco al ribasso operato da Glovo in questi giorni, poi,  si è toccato il fondo.

Da qui la scelta dello stato di agitazione, con lo sciopero che rischia di essere solo l'inizio. "Si comincerà con un'intera giornata di sciopero il giorno venerdì 22 ottobre - spiega il sindacato -. Si continuerà poi con altri scioperi, fino a quando Glovo non si degnerà di dare risposte". Ovvero fino a quando le tariffe non verranno rialzate, "facendo quel primo passo verso quel minimo di dignità che ogni lavoro merita e senza il quale può esser solo definito sfruttamento". 

Per capire meglio la questione abbiamo parlato con Federica Pitoni, rider di 59 anni e iscritta al Nidil. È lei a raccontare la sostanza della loro condizione: "Stiamo organizzando questo sciopero dopo aver pazientato anche troppo - esordisce -. Io lavoro con Glovo perché sono disoccupata a quasi sessant'anni, sono qui dalla fine del 2019, poco dopo l'insediamento di Glovo a Ladispoli. L'azienda è arrivata e in breve si è ingrandita molto: mentre gli affari vanno avanti c'è un abbassamento continuo e costante delle tariffe, che più volte sono state ritoccate".

Ma quanto prende un rider? La paga è il combinato di una parte fissa a cui si aggiungono dei bonus, spiega Federica: "Prendiamo un euro e venti per consegna, a cui si aggiungono quaranta centesimi se percorri un numero di chilometri. Su queste cifre interviene un bonus variabile, a seconda dei giorni e degli orari in cui sei in servizio: il problema è che i bonus prima erano più polposi,  in questi mesi stanno diminuendo drasticamente".

Senza contare la politica aziendale, che è andata in una direzione precisa: "Stanno immettendo molti nuovi rider. A loro non importa se sono sproporzionati al numero delle consegne: tanto se non consegni non ti pagano, hai solo perso tempo senza portare a termine un ordine. Tutto questo, come noto, gestito da un algoritmo con le contraddizioni del caso e senza la possibilità di avere un'interfaccia umana". Il risultato di questa organizzazione del lavoro è che il ciclofattorino può "aspettare" durante il turno, senza eseguire consegne e dunque non viene pagato, come conferma Federica: "Ieri sera dalle nove alle dieci e mezzo di sera sono stata in turno senza alcuna consegna, dovevo essere disponibile e non potevo fare altro, non sono stata pagata".

Il problema di Ladispoli, inoltre, è legato anche a un territorio ridotto che rispetto alle grandi città offre meno opportunità di lavoro. "A un certo punto la direzione si era pronunciata per un'apertura anche al territorio di Cerveteri, che avrebbe aumentato le consegne, poi non se n'è fatto nulla. Se consideriamo tutto questo, e ci mettiamo anche l'abbassamento delle tariffe, ormai siamo dentro lo sfruttamento. A conti fatti non guadagni quasi niente".

Ecco la premessa che porta allo sciopero di venerdì. I rider chiedono di rialzare subito le paghe. Glovo non ha mai risposto. "Ci hanno detto perfino che le tariffe basse erano una nostra percezione", riporta Federica. Ora è il momento della protesta: il sindacato avverte che in assenza di risposte la mobilitazione continuerà. E i rider si "scusano" per questo venerdì senza consegne: "Scusateci per il disagio, ma anche noi dobbiamo vivere".