In occasione dell'evento dedicato ai Caaf Cgil nel corso delle giornate di Futura 2021, abbiamo fatto il punto con gli amministratori delegati delle strutture del territorio. Il racconto dalle sedi, tra bilanci e obiettivi.

Adelchi Puozzo, amministratore delegato Caaf Cgil Piemonte, Valle d’Aosta e Umbria: "L’idea dei Caaf una delle invenzioni più funzionali messe in campo dai legislatori per facilitare il rapporto tra cittadini e pubblica amministrazione. La prova provata è stata la gestione del periodo di pandemia. Per renderla ancora più efficiente è necessario un approccio diverso tra Agenzia delle Entrate, Inps e intermediari. È necessaria un’interlocuzione stabile, canali certi e garantiti e autorevoli interlocutori. Senza un dialogo concertativo l’invenzione dei caf rischia di diventare un’opera incompiuta".

Antonio Iovito, amministratore delegato Caaf Cgil Abruzzo e Molise: "Tra il 2016 e il 2020 noi come Caaf Abruzzo abbiamo perso circa 200mila euro di finanziamento nonostante ci fosse una costanza di attività. Tutto ciò impedisce la possibilità di programmare l’attività e di investire su formazione e strumentazione. Il lavoro che svolgiamo deve essere retribuito adeguatamente".

Daniele Mercati, amministratore delegato Caaf Cgil Toscana: "Nonostante la difficoltà dell’ultimo anno e mezzo, con l’emergenza sanitaria, non abbiamo mai smesso di restare vicini agli utenti e appena possibile di tornare a fare le pratiche in presenza. I tempi cambiano, gli strumenti cambiano, noi pensiamo che sia nostro dovere restare al passo. Il nostro ruolo sarà comunque sempre un ruolo importante, e riusciremo a fare consulenza di qualità, anche nel lavoro a distanza, come abbiamo dimostrato quest’anno".

Costantino Ricci, presidente Caaf Cgil Emilia-Romagna: "Tra le tante sfide che abbiamo davanti, c’è quella della digitalizzazione. Su questo fronte, la priorità è non lasciare fuori o indietro nessuno. Quando si parla di digital divide, noi, come intermediari, dobbiamo essere messi in condizione di essere interlocutori di queste persone. Così potremo aiutare i cittadini di avere risposte in tempi celeri. Noi svolgiamo oltre un milione di pratiche e incontriamo oltre un milione e mezzo di persone che vengono a chiederci informazioni. Se non saremo messi in condizione di lavorare, sarà un danno per questo pezzo di scoietà e di Paese importante.

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Marco Manzotti, amministratore delegato Caaf Cgil Marche: "Nell’ultimo anno e mezzo siamo stati chiamati a dare assistenza su provvedimenti governativi varati in pochi giorni. Di fronte a questa situazione è sempre più chiaro che formazione del personale, strumenti informatici, organizzazione del servizio, individuazione dei cittadini a cui serve un determinato servizio, rende fondamentale il processo di digitalizzazione, per l’assistenza a distanza, in remoto, ma non solo. Ora siamo più preparati nel garantire l’attività anche a distanza. Non si tratta di rendere virtuale il rapporto con gli assistiti, ma di sgravarlo da quelle operazioni tipo la trasmissione di documenti o il deposito di firme. Un’altra azione strategica è l’integrazione dei servizi tra le strutture della Cgil, che sia strutturata e non episodica, soprattutto con l’Inca. È attraverso l’integrazione dei servizi che è possibile attivare una vera e propria filiera della tutela".

Massimo Puxeddu, amministratore delegato Caaf Cgil Sardegna: "Tra le peculiarità del nostro lavoro c’è sicuramente la capacità di adattamento. Nella nostra trentennale esistenza i cambiamenti sociali e degli strumenti hanno dimostrato la nostra prontezza. Basti pensare ai mesi del lockdown. Sfida titanica per una struttura creata per lavorare come punto di prossimità territoriale che si è trovata a lavorare a distanza. Sappiamo che il nostro ruolo è ormai quello di consulenza specialistica, una via più sociale dove il Caaf è messo in relazione con la parte più sofferente del paese e con i percorsi più delicati delle persone. Ci vuole quindi una discussione seria sul ruolo degli intermediari e un finanziamento adeguato".

Massimo Marchini, amministratore delegato Caaf Cgil Lombardia: "La sfida che dobbiamo affrontare guarda sempre di più all’integrazione dei servizi e all’utilizzo dei dati che ha a disposizione la Cgil. Su questo terreno abbiamo prodotto con Cgil, Inca e Sintel in Lombardia: un progetto che si chiama Osservatorio Cgil che ha aggregato un numero elevatissimo di anagrafiche, si parla di milioni di profili, che consente di poter disporre di una quantità di dati importantissimi che ci ha permesso di svolgere esperienze di proattività, di poter elaborare quei dati, selezionarli e individuare gli utenti che possono beneficiare di alcuni servizi. Anziché aspettare nelle sedi gli utenti che si presentano, abbiamo la possibilità di contattare questi utenti. Non la pratica al centro, ma l’utente, la persona".