Le lavoratrici e i lavoratori di Unifer navale di Finale Emilia, riuniti lunedì 3 maggio in assemblea, ritengono inaccettabile il comportamento dell’impresa e non possono attendere oltre per avere risposte sul loro futuro. A partire da oggi, mercoledì 5 maggio, unitamente alla Fiom, presidieranno l’ingresso dello stabilimento di via Genova 2 (dalle 8 alle 17.30 di ogni giorno). L’azienda deve ancora confermare se anticiperà o meno la cassa integrazione che riguarda la quasi totalità dei 70 occupati, per il mese di aprile. Non ci sono inoltre risposte sul futuro occupazionale, anzi, l’atteggiamento fa intuire un certo disinteresse da parte di tutta la compagine societaria di Unifer navale.

"Il 28 aprile il gruppo, che a inizio anno contava 90 dipendenti, ai quali si aggiungevano una trentina di lavoratori in appalto, e un importante indotto sul territorio e province limitrofe, ormai da alcuni mesi non garantisce il lavoro, denunciando il calo di commesse da parte del principale cliente (nonché socio di minoranza per un 20%) Fincantieri. Contemporaneamente, per ragioni non spiegate, vanno ad esaurimento anche le commesse provenienti da altri clienti, che, come più volte riaffermato dall’impresa erano parte sostanziale nella garanzia del futuro", afferma in un comunicato la Fiiom modenese.

Unifer navale, di proprietà per un 80% dell’omonima Unifer spa, convocata dalla Regione Emilia Romagna al tavolo di salvaguardia occupazionale chiesto dalla Fiom, nemmeno di fronte alle istituzioni  ha dato ulteriori spiegazioni su quanto sta accadendo. Informazioni necessarie, ribadite con chiarezza anche dall’assessore Vincenzo Colla: piano industriale, prospettive di ripresa lavorativa, situazione attuale finanziaria, ordinativi futuri e commesse da evadere e per ultimo ma non per importanza la certezza di anticipo della cassa integrazione per il mese di aprile 2021.

Il tavolo regionale è sospeso, l’intera proprietà dell’impresa deve urgentemente fornire risposte certe a Fiom, Regione Emilia Romagna e Comune di Finale Emilia, al vasto indotto, ma soprattutto, e in tempi brevi alle lavoratrici e ai lavoratori.