Ancora una volta il committente pubblico schiaccia i lavoratori degli appalti. E così, proprio il Primo Maggio, festa del lavoro e dei lavoratori, dieci lavoratrici solo tra Genova e il Tigullio, ventisei se consideriamo tutta la regione Liguria, quel lavoro lo perdono invece di festeggiarlo. La gara per il servizio mensa dei vigili del fuoco, infatti, è nata dall’indirizzo preciso del ministero competente di chiudere le cucine e le mense di molti piccoli distaccamenti sdoganando i ticket come alternativa al pasto.

Una scelta scellerata che per le lavoratrici e i lavoratori in appalto si è rivelata una vera e propria macelleria sociale. “Inaccettabile intanto il criterio di assunzione unicamente legato all’appartenenza dei lavoratori alla singola unità produttiva”, sottolinea la segretaria regionale della Filcams Cgil, Simona Nieddu: “Criterio messo in campo dalla Dussmann Service - azienda di ristorazione aggiudicataria della gara per il servizio mensa dei vigili del fuoco della Liguria - per di più con un taglio di ore importante e totalmente immotivato. Di fatto è stata violata ogni regola in materia di cambio appalto e per questo abbiamo aperto le procedure di raffreddamento insieme a Fisascat e Uiltucs territoriali. Auspichiamo la convocazione in prefettura e se Dussmann dovesse continuare sulla stessa linea andremo allo sciopero", conclude.

Per dare solo qualche numero, tra Genova e Tigullio l’azienda ha assunto dieci lavoratori su venti con tagli lineari di ore che arrivano a punte del 70%. C'è quindi anche il rischio oggettivo che, in quei distaccamenti in cui la mensa non è stata soppressa, il servizio offerto ai vigili del fuoco non sarà certo dei migliori. In sintesi, uno sfacelo creato per l'ennesima volta da una committenza pubblica: perdita di reddito e occupazione per chi opera nelle mense e vigili del fuoco senza mensa e senza ticket. 

Una situazione pesantissima che mette in difficoltà quindi anche tutti i vigili del fuoco. "Domani apriremo anche noi lo stato di agitazione", annuncia Luca Infantino, coordinatore regionale della Funzione pubblica in Liguria: “Da un lato subiamo un ridimensionamento delle mense, con tutto ciò che comporta alle lavoratrici coinvolte dalle chiusure, e dall'altro il ritardo nell'erogazione del ticket con il rischio oggettivo di dover coprire di tasca nostra i pranzi e le cene”.

 

 


Per Genova questo Primo Maggio si rivela un giorno amaro, e da qui la scelta di fare proprio oggi una ricognizione nei principali distaccamenti di Genova per illustrare ai lavoratori la situazione gravissima che si è creata. Insieme a Filcams e Funzione pubblica, presente anche Igor Magni, segretario della Camera del Lavoro di Genova che lancia un allarme generale sul mondo degli appalti e sulla necessità di ripartire dal lavoro per garantire una vera ripartenza del paese.

“Un Primo Maggio che abbiamo deciso di passare tra questi lavoratori - sottolinea -, perché questo è per noi un giorno che segna l’inizio di una lotta su un fatto gravissimo, che ricade per l’ennesima volta sul lavoro più povero, causato per di più da una committenza pubblica. Devono essere riviste completamente le logiche con cui si costruiscono e si affidano le gare di appalto - continua - devono esserci più tutele per questi lavoratori e di contro invece continuiamo a sentir parlare solo di ulteriori semplificazioni sul sistema appalti. Serve un’azione decisa che riporti l’attenzione sul mondo del lavoro perché, come diciamo da tempo, da questa crisi si esce attraverso il lavoro, mentre la giornata di oggi non segna certo un buon inizio in questo senso”.

Insomma a Genova un primo maggio di resistenza e di rivendicazione più che di festa. Perché se consideriamo anche "solo" queste tre situazioni, non c'è proprio niente da festeggiare.