Sono una cinquantina i milioni di turisti che arrivano, meglio arrivavano ogni anno in Toscana, regione perennemente sul podio delle più turistiche d’Italia, prima di lei soltanto il Veneto. Arrivavano da ogni parte del mondo, il 43% da paesi extra Ue, percentuale che sale al 58 per Firenze ‘invasa’ da 2 milioni di americani e un milione di cinesi in crescita ininterrotta da anni. Insieme a Firenze andavano decisamente forte anche Siena e Livorno, queste tre province da sole rappresentano il 70% del mercato incoming regionale.

Per cercare di prevedere gli impatti della pandemia da Covid-19 sul turismo nel 2020, l’Irpet (Istituto Regionale Programmazione Economica Toscana) nel mese di aprile ha presentato uno studio che prevedeva due scenari. In quello più positivo (ripresa progressiva dei flussi già a fine maggio), il calo delle presenze complessive dell’anno causato dal coronavirus si sarebbe dovuto attestare attorno al 38% rispetto al 2019 e prevedere una tenuta dei flussi domestici, ma una sostanziale battuta d’arresto di quelli internazionali; in quello più negativo, invece, si prevedeva la ripartenza del turismo soltanto a luglio, con un decremento sull’anno precedente che avrebbe dovuto toccare il 67%.

Uno scenario, quello più negativo, che metteva nel conto solo qualche focolaio sparso nei mesi di ottobre e novembre, ma non questa seconda drammatica ondata.

Sono numeri che parlano da soli. Complice anche la mutazione del virus e nonostante l’avvio della campagna vaccinale al momento è davvero impossibile prevedere come e quando si ripartirà. Questo non giustifica una attesa fatalistica di tempi migliori, ne è convinto Stefano Nicoli, segretario generale della Filcams Cgil Toscana.

“Il Turismo è sicuramente il grande malato di questa crisi sanitaria ed economica", ci dice Nicoli, "e per salvaguardare il patrimonio di competenze imprenditoriali è necessario, fin da subito, prevedere un'ulteriore proroga degli ammortizzatori, finalizzata alla ripresa delle attività, che soprattutto nei centri storici, rischia di avere tempi di ripresa molto più lunghi e in assenza della quale si assisterebbe a un impatto sull’occupazione di dimensioni rilevanti”.

"Tra le leve che possono essere messe in campo - aggiunge - una è sicuramente quella della formazione, utile allo sviluppo e al riallineamento delle competenze dei lavoratori, anche in base ai cambiamenti e ai nuovi fabbisogni. In questo contesto è utile anche quanto previsto dal Fondo Nuove Competenze istituito dal decreto Rilancio e rifinanziato dal Decreto Agosto. Altra leva importante – conclude Stefano Nicoli - che già nell’estate scorsa aveva permesso alla Toscana, grazie al turismo interno, di tenere rispetto alle previsioni peggiori, è quella della promozione turistica, che deve provare a creare le condizioni per essere pronta a ripartire, con un'offerta complessiva che deve coinvolgere Istituzioni ed associazioni datoriali”.